Ormai il Natale è davvero vicino, e ci è abbastanza chiaro che non sarà un Natale come gli altri. Forse sarà addirittura migliore, chissà: una festa intima con le persone che ci sono sempre vicine. Ma è probabile che ci mancheranno tutte quelli che di solito il 25 dicembre ci permette di vedere.
Mentre cerchiamo di capire come vivere al meglio le prossime festività, ci si presenta il problema dei regali.
Niente scelte difficili; niente dubbi e incertezze come negli anni passati e neppure folla nei negozi. Il clima non è allegro e frenetico, no a mille luci della città, al profumo delle caldarroste e ai suoni degli zampognari. Quest’anno abbiamo minore slancio, pochissima voglia, siamo lontani non solo fisicamente dall’idea della festa. E sicuramente, non potendoci vedere di persona, anche preparare i regali è impresa difficile.
Io penso che ci sia un regalo perfetto di questi tempi, che farà piacere e che resterà: scrivere una lettera. Una come una volta, redatta a mano, vergata prima in brutta copia e poi, soddisfatti del risultato, copiata in bella.
Una lettera che dica quello che non possiamo trasmettere a voce. Che racconti l’affetto che proviamo, i pensieri che abbiamo, i desideri e i sogni.
Che parli di noi, di quello che riusciamo a fare e di quello che vorremmo realizzare, dei valori che abbiamo riscoperto e di quelli che non ritroviamo più.
Ci vorrà del tempo, perché non siamo più abituati. Ormai la comunicazione scritta passa via mail. E dovremo anche modulare il linguaggio, per scrivere ai nipotini con un tono diverso da quello della lettera alla nuora.
Per tutti questa esperienza sarà anche un test per misurare quello che condividiamo con una persona, o quanto le siamo veramente affezionati, o quanto profondamente conosciamo il nostro destinatario.
C’è una bellissima fiaba per bambini, di cui purtroppo non ricordo né titolo né autore, in cui un piccolo chiede all’amico “Cos’hai fatto oggi?” E quello risponde “Mah, niente. E tu?”. Allora il primo comincia a raccontare tutto quello che gli è successo nel corso della mattina e del primo pomeriggio. Si è alzato, è andato a scuola, sulla via di scuola ha incontrato un altro bambino, in classe hanno fatto tante cose, e poi a pranzo ha assaggiato una cosa che non aveva mai mangiato, invece della mamma è andata la nonna a prenderlo e si sono fermati al parco dove c’era uno scoiattolo che sgranocchiava una ghianda… e insomma alla fine, in quella giornata che sembrava niente sono successe un sacco di cose.
Raccontare le nostre giornate, le nostre sensazioni e le nostre riflessioni le rende più ricche, più interessanti, più importanti. E lo stesso vale per il racconto che facciamo agli altri attraverso una lettera.
Non priviamoci di una cosa così bella solo perché c’è Whatsapp o l’email. Scrivere una lettera a mano è molto diverso. La nostra calligrafia è unica, non ci sono due persone che scrivono nello stesso modo. La carta che possiamo scegliere, l’impaginazione che diamo al nostro testo, i disegni se vogliamo aggiungerne, insomma una lettera è una cosa davvero unica e personalissima. Me ne sono accorta perché in questi giorni stavo preparando un pacco per mia sorella, che vive negli Stati Uniti, che non vedo da tempo e che non so quando vedrò. Insieme ai regali ho deciso di mettere una lettera a mano. Su un foglio strappato da un quaderno. Con la stilografica. Come si può immaginare, con mia sorella ci scriviamo e mandiamo foto via Whatspp quasi tutti i giorni, e facciamo lunghe chiacchierate a voce. Quindi non avevo nulla di nuovo o di particolare da scriverle. Ma è stato un gesto che mi è venuto spontaneo, come un’attenzione in più, un supplemento di manifestazione di interesse e affetto che va a compensare la lontananza. E anche come un modo per regalare qualcosa di me.
Quindi se anche avete in mente di spedire dei regali, aggiungete una lettera. Se i regali partono direttamente da un sito di e-commerce, mandate la lettera a parte.
Sono sicura che chi la riceve ne sarà felice, e la potrà conservare