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Milano- Teatro Franco Parenti- Domenica 22 gennaio
OMAGGIO A EDITH BRUCK
in occasione della Giornata della Memoria 2017
Il Teatro Franco Parenti in collaborazione con l’Associazione Pier Lombardo e la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC, dedica un omaggio a Edith Bruck, scrittrice e poetessa ungherese naturalizzata italiana, sopravvissuta alla Shoah.
PROGRAMMA DELLA SERATA
h 18.30
Proiezione del documentario su Edith Bruck – prodotto da CDEC
Il tatuaggio dell’anima
presentato dal regista Raphael Tobia Vogel
Paola Mortara (CDEC) intervista l’autrice.
Presentazione del nuovo romanzo di Edith Bruck
La rondine sul termosifone
edito da La Nave di Teseo
Introduce Furio Colombo
Letture di Colette Shammah
Biglietto 3,50€
A seguire h 20.30
Proiezione del film di Nelo Risi
Andremo in città
soggetto tratto dal libro di Edith Bruck, con Geraldine Chaplin
(durata: 100 min.)
Biglietto 5€
INFO Tel : 02 59 99 52 06; biglietteria@teatrofrancoparenti.it;
2. Milano – Memoriale della Shoah Venerdì 27 e domenica 29 gennaio
Porte aperte del Memoriale a tutti i cittadini interessati a scoprire questo luogo unico in Europa, in quanto il solo teatro delle deportazioni ad essere rimasto intatto.
Il 27 gennaio, dalle ore 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30), e il 29 gennaio, dalle ore 10.00 alle 17.00, si potranno effettuare visite sia guidate sia libere. Per ciascuna tipologia di visita, è vivamente consigliata la prenotazione attraverso la piattaforma www.ticketone.com , dove sarà possibile selezionare la fascia oraria desiderata. Nei giorni dell’evento e compatibilmente con la capienza e con le prenotazioni già pervenute, sarà comunque possibile riservare le visite anche in loco, nelle fasce orarie rimaste disponibili. La visita è gratuita, fatto salvo il costo di gestione della prevendita TicketOne, pari a 1,50 euro. Inoltre, il Memoriale sarà aperto alla cittadinanza tutte le domeniche del mese di febbraio dalle ore 10.00 alle 18.00.
3. Torino- Museo Diffuso
24 gennaio ore 18 – Polo del ‘900 – Palazzo San Celso –
Inaugurazione della mostra Gli ebrei a shanghai
Organizzara dal Museo, l’Istituto Confucio – Università degli Studi di Torino, prodotta dal Jewish Refugees Museum di Shanghai
Nel 1933 una parte della popolazione ebraica incominciò a fuggire a Shanghai dalla Germania e dagli altri paesi occupati dai nazisti: si stima che tra il 1933 e il 1941 arrivarono a Shanghai almeno 18.000 ebrei.
26 gennaio ore 18 – Polo del ‘900 – Palazzo San Daniele
Inaugurazione della mostra Ricordi futuri 2.0 a cura di Ermanno Tedeschi
Il percorso espositivo offre al visitatore una doppia chiave di lettura: la testimonianza di chi ha vissuto direttamente la deportazione (attraverso interviste, documenti dell’epoca, filmati, fotografie e oggetti originali) e la rielaborazione della memoria, la sua attualizzazione, da parte di chi l’ha vissuta indirettamente, attraverso le opere d’arte
Corso Valdocco 4/A – Torino
info: +39 011 01120780
info@museodiffusotorino.
4. Regione Toscana- Treno della Memoria 2017
In ricordo di Primo Levi (1919 – 1987)
dal 23 al 27 gennaio 2017
Viaggio studio in Polonia agli ex campi di concentramento e di sterminio nazisti Auschwitz- Birkenau e Auschwitz. Con oltre 750 partecipanti, in prevalenza studenti e insegnanti, delle scuole superiori della Toscana, con i testimoni sopravvissuti Andra e Tatiana Bucci, Marcello Martini, Vera Michelin Salomon, Gilberto Salmoni.
Evento promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato
5. Roma- Auditorium Parco della musica- 26 gennaio 2017
Serata Colorata-
In prima assoluta: le musiche dal campo di concentramento di Ferramonti
Ferramonti è una località in provincia di Cosenza dove sorse uno dei più grandi campi di concentramento italiani della seconda guerra mondiale. I campi di internamento in Italia erano quasi 50. Vi transitarono, fra il giugno 1940 e il settembre 1943, più di 3.000 ebrei stranieri e anche apolidi, dissidenti politici, cittadini di nazioni nemiche, slavi e indesiderati. Oggi pochi ne ricordano anche solo il nome. E’ storia rimasta per decenni sconosciuta, che è un dovere riportare alla memoria.
La zona su cui sorse il campo era povera e malarica. Eppure, nonostante la mancanza di libertà, la carenza di cibo e le malattie, a Ferramonti gli internati venivano trattati con rispetto e senza violenze. Anche perché, seppur persecutorio, l’internamento degli ebrei da parte del fascismo – prima della nascita della Repubblica di Salò – non era ancora finalizzato alla Shoah.
Per questo, gli internati del campo, in particolare gli ebrei, conservarono un ricordo generalmente positivo dei loro “carcerieri” (Paolo Salvatore, Mario Fraticelli, Gaetano Marrari); come pure dei contadini dei dintorni e degli abitanti dei paesi vicini (Tarsia, Bisignano, Santa Sofia), che avevano avuto l’opportunità di conoscere e del cappuccino inviato dal Vaticano a vivere nel campo: padre Callisto Lopinot, un missionario di origine alsaziana.
Così a Ferramonti furono possibili attività artistiche e musicali. Nel campo, in particolare, erano internati molti musicisti, alcuni dei quali sarebbero divenuti molto noti nel dopoguerra. Tra essi, il trombettista Oscar Klein, il direttore d’orchestra Lav Mirski, il pianista Sigbert Steinfeld, il cantante Paolo Gorin, il compositore Isko Thaler e il pianista Kurt Sonnenfeld, giovane ebreo viennese, che sperava di espatriare negli Stati Uniti, ma venne arrestato a Milano e inviato a Ferramonti.
Spesso nel campo venivano organizzati concerti musicali, sia strumentali che corali, e spettacoli di vario tipo, cui gli internati dettero il nome di “Serate Colorate”, dove il jazz, il cabaret, l’operetta dominavano la scena. Di tutta questa ricchezza musicale si era quasi persa traccia, finché Armida Locatelli, erede e per anni assistente di Kurt Sonnenfeld, non si presentò un giorno al Conservatorio di Milano con una scatola di spartiti manoscritti che aveva ricevuto in eredità. Erano le musiche scritte ed eseguite a Ferramonti, ma anche fotografie, diari, lettere: un materiale inedito di cui il musicista e musicologo Raffaele Deluca comprese subito lo straordinario valore storico.
E poi ci sono gli spartiti. Moltissimi decorati con disegni sul frontespizio, con annotazioni a margine; tutti con le impronte delle dita dei musicisti; spartiti vivi che raccontano di sogni e di speranze colorate, nella realtà grigia dell’internamento. E ci sono le lettere commoventi di ringraziamento, i diari, le cartoline disegnate a mano, un tesoro inestimabile, perché la storia di Ferramonti è particolarmente ricca e complessa.