Un incontro tra due Mostri sacri – due Grey Panthers della musica classica – Marta Argerich e Itzhak Perlman, per una registrazione che, al di là di ogni valore puramente musicale, colpisce per la sua umanità, e che è un’illustrazione, senza parole, del profondo significato del «suonare insieme», in un incontro che, al di là del virtuosismo, è illuminato dalla comunione di idee, di ideali e di sentimenti.
«Quando suono con lei mi sembra de conversare …» dice Itzhak Perlman nel video che vi propongo, ed è la definizione più efficace della prima, immediata, reazione all’ascolto di questo straordinario cd. Un programma quanto meno originale, per non dire stravagante: alla Sonata per violino e pianoforte n.1 op.105 di Robert Schumann ed alle sue Drei Fantasietücke op.73 è associato lo Scherzo dalla Sonata F-A-E di Brahms e, alla fine del programma, una sorprendente Sonata n.4 BWV 1017, la più nota delle 6 scritte da Johann Sebastian Bach – raramente presenti in concerto ed in disco – e la più «romantica», forse, con il suo nostalgico Siciliano iniziale e la rattenuta drammaticità dell’Adagio ma non troppo. L’accostamento non è certo comune, ma il temperamento dei solisti, ed il loro evidente rifiuto del luogo comune, lo rendono plausibile.
Se Marta conferma la su sopraggiunta maturità, Itzhak Perlman splende ancora una volta per il candore della sua innocenza, per la gioiosa sorpresa con la quale quasi sembra scoprire il fascino delle opere interpretate in questa memorabile registrazione.
Marta Argerich, Itzhak Perlman
Schumann, Bach, Brahms – Marta Argerich: pianoforte, Itzhak Perlman: violino – Warner Classic (50’58)
Romain Leleu
Inspiration – Romain Leleu: tromba, Ensemble Convergences – Aparté (68’10)
Tre anni fa scoprivo Romain Leleu, un giovane prodigio che con i suoi strumenti – tromba, cornetta, flicorno soprano – ha stabilito un rapporto di incredibile intima confidenza che gli permette di affrontare i repertori più svariati. Il classico, naturalmente, con i concerti barocchi – ai quali lo strumento moderno nulla toglie della loro frizzante spontaneità – ed i contemporanei che offrono a Romain l’occasione di esibire tutto il suo virtuosismo ed una tavolozza di sonorità che sembra illimitata.
Oggi, abbandonando il repertorio «ufficiale», e accompagnato da un quintetto d’archi ch’egli ha riunito per l’occasione – l’Ensemble Convergences – Leleu erra liberamente per sentieri traversi ed esotici, lasciandosi guidare dall’Ispirazione (è il titolo del cd) attraverso i Saloni mondani dell’inizio del XX secolo, le chiese luterane, le piste di danza dell’America Latina e i grandi Teatri d’Opera.
Le sonorità affascinanti e versatili dei suoi strumenti ben si associano a quelle del quintetto per evocare temi leggendari, dalle Foglie morte alla Fantasia sui temi di Carmen, dal tema di Morricone per Cinema Paradiso all’Aria dalla III Suite di Johann Sebastian Bach ed alle melodie di Astor Piazzolla, Carlos Jobim e Luiz Bonfá, senza tralasciare occasioni come Hora Staccato (Dinicu) o Zapateado di Pablo de Sarasate per dar prova della sua tecnica mozzafiato.
So French
Saint-Saëns, Franck, Ysaÿe, Massenet, Ravel – Stéphanie-Marie Degand: violino & Christie Julien: pianoforte – NoMadMusic (63’27)
Che meraviglia, che lusso nella ricchezza del suono di questo violino che nutrito, riscaldato dal fuoco dell’ispirazione del giovane ensemble rinnova un repertorio esaurito e banalizzato dalle eccessive frequentazioni! Stéphanie-Marie Degand e Christie Julien dichiarano, senza falsi pudori, le intenzioni edonistiche delle loro scelte e la loro appartenenza a questo programma (ma non bisogna dimenticare che Stéphanie-Marie ha dato ben altre splendide prove spaziando da Biber ai contemporanei, e che le sue virtù non si limitano a quelle del suo archetto: alla fine di quest’anno sarà assistente alla direzione per la produzione del Don Giovanni di Mozart al Teatro des Champs Élysées a Parigi.
In un drammatico crescendo si susseguono le accademiche evoluzioni del Rondó Capriccioso di Camille Saint-Saëns, i fantasmi sinfonici della Sonata di César Franck, poi, dopo aver attraversato i languori della Méditation de Thaïs e la sfida della Valse-Caprice (Saint-Saëns trascritto da Ysaÿe), la selvaggia libertà della Tzigane di Maurice Ravel.
Eric Aubier
plays Ivan Jevtic & Dmitri Shostakovich – Eric Aubier: tromba, Rousten Saitkoulov: pianoforte – Indésens
Maestro di Romain Leleu (e di tanti altri giovani virtuosi) Eric Aubier prosegue – grazie al label Indésens che agli strumenti a fiato dedica la maggior parte del catalogo – la sua esplorazione del repertorio, noto e sconosciuto, per la tromba, con una particolare attenzione a quello contemporaneo. Così questo cd unisce ad un’intensa e dinamica interpretazione del celebratissimo Concerto n.1 per pianoforte, tromba e orchestra d’archi di Dmitri Shostakovich – al pianoforte è Rousten Saitkoulov – alcune delle più interessanti composizioni dedicate alla tromba protagonista del franco-serbo Ivan Jevtic che di Shostakovich è un fervente ammiratore: una Suite concertante, i Concerti n.1 e 2 e un suggestivo, tra scatenato e solenne, Tema & tre variazioni nel quale la tromba è accompagnata da due quintetti di ottoni.