CD ed altre musiche di giugno, di Ferruccio Nuzzo

Non è frequente, né, peraltro, facile nel caso di integrali impegnative come questa, di trovare edizioni che conservino nel loro sviluppo la coerenza e la versatilità necessarie a coprire epoche e momenti spesso molto differenti della vita del compositore.

In tre cd, Michel Strauss al violoncello e Jean Claude Vanden Eynden al pianoforte raccolgono magistralmente l’integrale, maestosa e definitiva, della musica per violoncello e pianoforte di Ludwig van Beethoven dedicandola al compositore ed a Romain Rolland, lo scrittore e premio Nobel francese che di Beethoven fu memorabile biografo e, come lui, grande umanista e pacifista.

Le Sonate, intanto. Composte in periodi radicalmente differenti della vita del compositore, esse s’iscrivono perfettamente nei tre grandi periodi creativi della sua vita. Se il dialogo musicale tra i due strumenti non è certo una novità (Gemignani, Marcello, Vivaldi avevano già scritto un certo numero di Sonate per violoncello e clavicembalo) Beethoven fa suo il genere, marcando ancor più profondamente il solco che Boccherini – lui stesso violoncellista virtuoso – aveva tracciato qualche anno prima per dare una maggiore autonomia al violoncello in una forma sino ad allora dominata dallo strumento a tastiera.

In esse si sente il trasformarsi del virtuoso che ha fatto sua ed assimilato l’eredità musicale dei suoi predecessori nel musicista eroico e maestoso, nella piena maestria dei suoi mezzi, quindi nel compositore sempre più audace  che rimette in questione le forme classiche per sottometterle alla sua ricerca di una poetica interiore sempre più profonda (non bisogna dimenticare che i due capolavori, le due Sonate per violoncello n. 4 e 5 dedicate all’amica e confidente Maria von Erdödy, furono scritte negli anni difficili, nel corso dei quali la sordità diviene totale).

Completano l’integrale, in apertura del primo cd ed a conclusione del programma, le Variazioni, una maniera per Beethoven di rendere omaggio a due «colleghi» che lo hanno preceduto e da lui particolarmente amati ed ammirati: Georg Friedrich Haendel – con le 12 variazioni su un tema dell’oratorio Giuda Maccabeo – e Mozart con le 12 Variazioni su «Ein Mädchen oder Weibchen» dal Flauto magico. 

La registrazione è stata curata dall’eccellente Daan van Aalst.

Ludwig van Beethoven

Sonatas & Variations for violoncello & piano – Michel Strauss: violoncello, Jean Claude Vanden Eynden: pianoforte.


Portées par le vent

Carillons de Miribel et Chambery – Adrien Parret: carillon – Hortus (79’54)

Un cd decisamente originale se non assolutamente singolare. Il carillon come strumento musicale – dotato di almeno 23 campane (ma spesso molte di più), tastiera e pedaliera (come un organo, ma invece di tasti il carillon è munito di vistosi bastoni, collegati al batacchio con un cavo d’acciaio) – sconosciuto in Italia è popolare in Francia, Belgio, Svizzera e negli Stati Uniti. All’origine destinate sopratutto ad emettere «segnali» collegati al al culto religioso o del tutto funzionali (per indicare le ore, avvertire di un pericolo o partecipare ad un festeggiamento) le campane divennero ben presto veri e propri strumenti musicali con un repertorio adattato alle loro caratteristiche, ai loro limiti ed alle loro, veramente uniche, virtù sonore.

Pianista ed organista, Adrien Parret è anche carillonneur titolare a Miribel e illustra in maniera esaltante, ben al di là delle semplice curiosità musicale, le virtù del suo strumento e di quello del castello dei Duchi di Savoia, a Chambery, il più grande di Francia, con 70 campane.

Trascrizioni sopratutto – da Rameau à Bizet (Je crois entendre encore dai Pescatori di perle) e dal Valzer n°2 di Shostakovich e da una Gnossienne di Satie alla Siciliana di J.S.Bach, ma anche brani originali, dal 700 ai nostri giorni.

(Nel video, in francese, tutte le caratteristiche dello strumento, il carillon di Chambery, sono presentate da Jean-Pierre Vittot, carillonneur titolare). 

Seigneur

Roberto Alagna – Jan Félix Lalanne: chitarra, Marek Ruszczynski: pianoforte – Aparte

Roberto Alagna, il più celebre dei tenori francesi (ma le sue origini sono 100% siciliane) ha compiuta 60 anni, ed è arrivato per lui il momento di rivelarci gli aspetti meno noti della su arte, della sua voce che, prima di «sfondare» nel repertorio lirico, dalla Scala di Milano al Met di New York, aveva esordito nei cabaret di Parigi. 

Ecco, quindi, un programma – come suggerisce il titolo del cd – denso di spiritualità, amore e speranza. Canti religiosi ma anche una scelta di canzoni, francesi ed italiane, di ispirazione mistico/sentimentale se non sacra. Un paio di Ave Marie – da Bach/Gounod a Schubert – accanto a Fenesta ca lucive e Bella ciao, mentre Libertà e Padre nostro dello stesso Roberto concludono il programma. 

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
Related Post