Ho concluso lo scorso anno, che fu denso di belle e sorprendenti edizioni discografiche, con un simbolico regalo ai miei lettori: due affascinanti video-clips di Luca Marconato. Luca è liutista (e chitarrista barocco) ed alterna alla sua attività concertistica quella di regista di piccoli – nel senso della durata – capolavori in cui le immagini si associano alla musica per illustrare il lavoro, le creazioni, di un solista o di un ensemble, inserendoli in una storia, in una messa in scena che ce li rendono ancora più vicini, socchiudendo per un momento le magiche porte dell’intimità di un’interpretazione musicale.
Non vedo, quindi, miglior modo di iniziare la mia rubrica per un 2019 che mi auguro ancor più ricco musicalmente, e sorprendente, che un video di Luca che annuncia la pubblicazione di un nuovo cd di Anna Schivazappa con il suo ensemble Pizzicar Galante.
Ho già parlato con entusiasmo di Anna e della sua registrazione delle Sonate per mandolino di Roberto Valentini, che è stato nominato ai prestigiosi International Classical Music Awards 2017.
Questa sua nuova registrazione è dedicata alle Sonate per mandolino di Domenico Scarlatti, e ve ne parlerò, certamente non appena il disco sarà disponibile. Per ora voglio segnalarne una particolarità, inedita che io sappia, nel campo della musica classica. Il cd è stato prodotto grazie ad un crowdfunding che ha permesso di portare a termine la sua registrazione – nella splendida abbazia di San Basilide a Badia Cavana nei pressi di Parma -, grazie al sostegno di una cinquantina di appassionati sponsors provenienti da tutto il mondo (Italia, Francia, Inghilterra, ma anche Colombia, Stati Uniti, Australia…).
Nell’attesa, eccovi questa nuova, esaltante delizia che si rivela, come in un sogno, dal video-clip di Luca Marconato.
Come una volta
Calace, Vivaldi, Gaudioso – Julien Martineau: mandolino, Concerto Italiano, Rinaldo Alessandrini – Naïve (63’38)
Il primo cd che vi presento quest’anno è, guarda caso, anche lui, dedicato al mandolino. Ci sono strumenti che, come del resto accade per i compositori, rimangono per anni ed anni silenziosi. Poi, improvvisamente, un geniale solista ne rivela le dimenticate virtù ed il passato famoso, altri seguono, nuovi concerti emergono dagli archivi di tutto il mondo ed un repertorio dimenticato risplende di nuova luce.
È quel che ci offre questo pittoresco cd di Julien Martineau che, accompagnato dal glorioso Concerto Italiano e dal clavicembalo protettore di Rinaldo Alessandrini (che dirige l’ensemble) presenta un “viaggio in Italia” attraverso i ben noti tre Concerti di Antonio Vivaldi che fanno da cornice a quello del contemporaneo napoletano (o novarese ?) Domenico Caudioso (o Gaudioso) ed alla rivelazione del Concerto di Raffaele Calace.
Raffaele Calace nasce a Napoli nel 1863, in una famiglia consacrata al mandolino ed alla sua musica (ancor oggi essa è attiva con un atelier di fama mondiale). Virtuoso e liutaio anche lui, come il padre, compositore, innovatore ed autore di un metodo che ha fatto scuola, Raffaele porta la sua arte sino in Giappone ed effettua le prime registrazioni su disco sia al mandolino che al mandoloncello (una variante bassa della famiglia).
Potete qui di seguito ascoltare il coinvolgente e sensuale primo movimento, il napoletanissimo Maestoso, del Concerto di Raffaele Calace, punto forte di questo bel cd, anacronisticamente registrato nella solennità del Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma. L’energetico, entusiasta, mandolino di Julien Martineau è immerso in uno spazio sonoro arioso, vaporoso, come in un’architettura campestre alla Watteau, sottraendosi a quell’aspetto pungente, pizzicante dello strumento che quando non è ben dosato può infastidire, troppo caratterizzandolo.
J.S. Bach
Music for harpsicord & viola da gamba – Patrizia Marisaldi: clavicembalo, Alberto Rasi: viola da gamba – Stradivarius (55’07)
I capolavori lasciano sovente senza parole. Ogni verbalizzazione appare, cioè, superflua, inadeguata ad esprimere pensieri e sentimenti suscitati dalla scoperta (o dal ritrovamento) di quel trascendente, misterioso universo che il capolavoro rivela.
È il caso delle Sonate per la viola da gamba di Johann Sebastian Bach, un monumento dedicato ad uno strumento che in Francia – con Antoine Forqueray, Sainte-Colombe e Marin Marais – aveva trovato la massima espressione di un’eleganza e di una sensualità che ben rappresentavano il secolo, le sue mode ed i suoi costumi. La viola da gamba di J.S. Bach è tutt’altra, senza alcuna ombra di frivolezza né di esibizione, austera e riflessiva, attira e affascina ma conserva le sue distanze.
Ed è in questa chiave il capolavoro dell’interpretazione di Alberto Rasi, dolorosamente intenso nei tempi lenti (ascoltate la sublime rassegnazione dell’Andante della Sonata in Sol maggiore, BWV 1027), limpido ed austero nelle architetture degli Allegro e del Vivace). La clavicembalista Patrizia Marisaldi è accompagnatrice intensa e coerente, e completa con i 4 Duetti BWV 802-805 il programma di questo memorabile cd.
Hector Berlioz
Harold en Italie, Les Nuits d’été – Les Siècles, François-Xavier Roth, Tabea Zimmermann: viola, Stéphane Dégout: baritono – Harmonia Mundi (63’45)
Due monumenti del repertorio sinfonico di Hector Berlioz, il geniale compositore (ma anche direttore d’orchestra, critico musicale e letterato), genio innovatore hyper-romantico, opere che non finiscono di sorprenderci nelle moderne interpretazioni, trovando negli strumenti d’epoca nuove, sorprendenti sonorità.
François-Xavier Roth ha già affrontato con l’orchestra da lui fondata, Les Siècles, l’opera sinfonica di Berlioz, in concerto ed in disco con una esemplare Sinfonia Fantastica. Inaugura oggi con questo cd, dedicato a Harold en Italie ed alle Les Nuits d’été il sesquicentenario della morte del compositore (eh, sì, questo termine esiste, anche se non ha molto a che fare con il suo cugino “sesquipedale”: a voi di trovare significato e legami …).
Scritta su commissione per Niccolò Paganini, che si sentiva troppo malato per comporre ma voleva qualcosa per degnamente celebrare la viola Stradivarius appena acquistata (Paganini non era soltanto il diabolico violinista che tutti conoscono, eccelleva anche alla viola ed alla chitarra) l’Harold en Italie rinnova la sinfonia concertante. Il virtuoso si aspettava un concerto in cui poter brillare come protagonista, e le numerose pause dello strumento solista nell’Aroldo sulle prime lo delusero ed egli rifiutò l’opera. Tuttavia, avendo ascoltato 4 anni dopo in concerto questa poetica evocazione delle peregrinazioni di Berlioz negli Abruzzi (ai tempi in cui il compositore era in Italia come Prix de Rome), cambiò idea, fece dono a Berlioz di 20.000 franchi – una cifra favolosa per l’epoca – e si appropriò dell’opera.
Anche con le Nuits d’été Berlioz inaugura un nuovo genere, la melodia con accompagnamento d’orchestra – in questo caso un’orchestra da camera – con un ciclo di poemi di Téophile Gautier per i quali egli scrive una musica profondamente melanconica anche se venata d’ironia.
Tabea Zimmermann è sontuosa ed intensa su uno strumento di velluto e di bronzo e Stéphane Dégout riesce a condividere, col timbro incomparabile della sua voce e la chiarezza della dizione, tutte le emozioni e i contrasti di queste Notti. La sensibilità di François-Xavier Roth e la ricchezza di colori e sfumature della sua orchestra fanno il resto.
Camille Pépin
Chamber music – Ensemble Poligones – NoMadMusic (72’32)
Raramente ho ascoltato una musica di autore contemporaneo così accessibile, attuale, complessa senza celarsi dietro inutili, indecifrabili, intrichi; viva, in una parola e “comunicante”.
Camille Pépin è una giovane compositrice francese. Ha seguito al Conservatorio nazionale superiore di Parigi i corsi di composizione e orchestrazione di – tra gli altri – Thierry Escaich, a cui si può, in qualche modo, comparare per l’evidenza del messaggio, dei significati.
Il programma di questo primo cd della sua musica, pubblicato da NoMadMusic, esploratrice e nume tutelare di giovani talenti, nasce dall’amicizia di un gruppo di musicisti che l’hanno accompagnata durante i suoi anni di Conservatorio, poi nei sui debutti e nei suoi primi successi, e da una volontà di condivisione delle passioni di Camille, dalla letteratura inglese (James Joyce, che ha inspirato Chamber music, l’opera chiave del cd che mette in musica alcuni suoi testi), alle stampe giapponesi (Kono-Hana, per violoncello solo), alla mitologia (Indra per violino e pianoforte) ed all’astronomia (Lyrae, Luna, Aurora, Sol).
Non ho trovato video con gli artisti del cd – i bravissimi Poligones e la violoncellista Natacha Colmez-Collard tra gli altri – ma vi propongo all’ascolto la creazione di Kono-Hana (la fanciulla-fiore, divinità giapponese del ciliegio) nell’interpretazione della violoncellista Léa Cointet che ne è stata la creatrice.