Il cibo del cuore
Niente come il cibo può far riaffiorare in un istante ricordi antichi, eppure intensi e persistenti. Non ci sono vie di mezzo: passione totale o avversione profonda, tormento o estasi. Basta il profumo di un piatto che abbiamo amato – oppure, al contrario, detestato – da bambini, ed ecco che un turbinio di sensazioni ci riporta improvvisamente indietro nel tempo. Perché l’olfatto è il più “primitivo” dei nostri sensi, il primo che si forma nel grembo materno.
Il cibo del cuore fa venire l’acquolina in bocca, fa brillare gli occhi e mette di buon umore. Ci fa commuovere pensando a chi non c’è più e sorridere nell’attesa di una serata importante, di quelle da ricordare per sempre. Richiede tempo, pazienza e amore, ma in cambio non ci abbandona mai e nei momenti bui è lì, a ricordarci chi siamo stati e chi possiamo essere, accarezzandoci l’anima come un brodo caldo…
Esercizio 5: Raccontate odori, sapori, persone, situazioni atmosferiche, luoghi legati – nel bene o nel male – a un cibo particolare
“Toccherà mai la superficie della mia piena coscienza quel ricordo, l’attimo antico che l’attrazione d’un attimo identico è venuta da così lontano a richiamare, a commuovere, a sollevare nel più profondo di me stesso?” Marcel Proust