Parte prima: Breve invito alla scrittura di sé
Cigola la carrucola del pozzo
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro…
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Eugenio Montale
Una felicità inaspettata, un compleanno importante, un traguardo professionale raggiunto. Oppure una crisi, un passaggio, ricco di semi per il futuro ma anche fonte di dolore e fatica. Possono essere tanti i momenti in cui avvertiamo la necessità, urgente e profonda, di attingere alle nostre radici attraverso la scrittura, ma tutti rispondono al bisogno di aprire una nuova fase della vita, per riprogettare il futuro in armonia con ciò che siamo stati.
Quando decidiamo di affidare i ricordi e i pensieri più profondi a un foglio di carta, le emozioni che ci accompagnano non sono sempre piacevoli: una sensazione di vuoto allo stomaco, di spaesamento, la paura di perdere un’identità ormai definita e cristallizzata. Eppure, è proprio questo il momento in cui mollare gli ormeggi e lasciarsi andare alla deriva, soli e senza meta apparente.
Il premio per chi non rinuncia a questo viaggio, pieno di sorprese ma anche di falsi approdi, è una gioia profonda, che va ben oltre il momentaneo sollievo di uno sfogo. E’ lo stupore di chi, forse per la prima volta, incontra un se stesso diverso, di cui non sospettava neppure l’esistenza. E’ la serenità di chi smette di inseguire certezze e impara a navigare a vista nel grande mare del mutamento. Come un albero possente e slanciato, con radici profondissime e la chioma che svetta verso il cielo, capace di resistere a qualsiasi intemperie.
E allora coraggio, leviamo l’ancora e salpiamo! Ecco qualche piccolo spunto sotto forma di semplici esercizi, che speriamo vi invoglino a iniziare con noi questa avventura.
Esercizio 1: Il filo di Arianna – Rispondete alle domande e usate le risposte come griglia per creare un breve autoritratto
- Una rotonda sul mare (il nostro disco che suona)
- Le mie colonne d’Ercole (la prima volta che ho superato il limite)
- Oivitamia: sei stato il mio primo amore (ma non l’ultimo)
- Un mercoledì da leone (e uno da pecora)
- Il mio paradiso perduto (e poi ritrovato)
- With a little help from my friends
- La maturità (è solo un esame?)
- La mia coperta di Linus
- Sliding doors (se potessi tornare indietro)
- La ciliegina sulla torta
“Scrivere la propria autobiografia è un po’ come essere innamorati per la prima volta.” Philippe Lejeune
View Comments (1)
Ho sempre sognato di scrivermi un autobiografia,un diario?,sempre e molte volte iniziato ,ma mai arrivato a una conclusione
Le domandine poi sono interessanti ,inoltre chi non ha avuto una rotonda sul mare da raccontare ,le colonne d'ercole, poi, mi hanno sempre fatto un baffo e superate con nonsalanche ,qualche volta con inconsapevole incoscenza
Forse ci proverò, ma non è detto che ci riesca ,la costanza non è mai stato il mio forte