L’orizzonte si apre: possibili guadagni e piccoli, grandi respiri

Con la vecchiaia  una serie di porte a un certo punto si chiudono,  ma, con un po’ di ottimismo, intraprendenza, fortuna, si può pensare che se ne aprano altre. In effetti, la vecchiaia è terrificante se ci si considera oggetti che smettono di suscitare desiderio e ammirazione. Se invece ci si pensa come soggetti, si scopre che ci sono ancora molte cose bellissime da fare.

Ce lo suggerisce Edgar Morin (99 anni): “Sento sempre  anche il piacere delle scoperte, delle elucidazioni, nei riguardi sia dell’universo sia dei piccoli dettagli della vita quotidiana. Ciò ha suscitato in me, sempre più fortemente, lo stupore – talvolta la meraviglia, talvolta la vertigine – di essere  in vita, di camminare….”

Ce lo suggerisce  anche Szymborska: “Bisogna risvegliarci dal torpore in cui cadiamo di continuo, mentre basterebbe tenere gli occhi aperti per cogliere i mille miracoli dell’esistenza: una nube che passa, un cane che chiede una carezza, l’incontro con un vecchio professore”.

Ma concretamente quali potrebbero essere questi guadagni?

Il senso di liberazione che si può sentire dal mettere una distanza tra sé e le cose, tra sé e gli avvenimenti, anche tra sé e gli altri. La capacità di dar valore al presente, la liberazione dagli impegni e dai doveri dell’età adulta, soprattutto dal lavoro di cura obbligato; la liberazione dal giudizio degli altri, in un certo senso l’uso spregiudicato del politicamente scorretto; la liberazione dal gioco della seduzione; la percezione di una maggiore sicurezza; la maggiore accettazione della diversità degli altri. Insomma, in questa accezione, il guadagno si potrebbe condensare in un’immagine: la “vieille dame indigne” (dal racconto di Brecht) , quella cioè che, libera dal giudizio degli altri, si riappropria della sua “gioia di vivere”.

Il tempo ritrovato soprattutto da chi è andato in pensione già da qualche anno; la conquista delle cose che prima, impegnati a correre, non si riuscivano a fare (leggere, tessere relazioni, ascoltare musica, apprezzare la bellezza, ….). Chi è andata in pensione da poco, intravvede la calma e la quiete di questo tempo, ma ne ha anche un po’ paura: è necessario prendere le misure di questo tempo tutto nelle proprie mani, bisogna abituarsi al tempo liberato. La conquista del tempo liberato non viene da sola: bisogna lavorarci: ad esempio anche -ma non solo- con un’azione di rottura che comporta coraggio (cambiare città, andare a cercare la bellezza …).

Vedere positivamente la parte che abbiamo giocato nella nostra vita: guadagno grosso è aver potuto crescere bene i figli che sono diventati donne e uomini.

Grandi guadagni, guadagni “maggiori”. Ma anche piccoli guadagni, la possibilità di soffermarsi sui piccoli piaceri, momenti di piccola felicità che ci può offrire la vita. Anche il senso di benessere che può venire dalle piccole cose che possono nascere appunto da un tempo più dilatato e più leggero. Persino la gioia di annoiarsi che permette di immaginare cose possibili da fare, da sperimentare, la curiosità.

Nella fase di vita precedente forse ci sono stati momenti di grande felicità – anche di grande  dolore – potremmo chiamarli delle grandi esplosioni. Forse in questa fase della vita, è necessario dare valore alle “piccole esplosioni”, a tutto quello che costituisce il “sale della vita” Come ci suggerisce Françoise Héritier nel suo libro “Il sale della vita”. L’autrice introduce e spiega il suo libro, raccontando che un giorno d’estate, riceve dal suo medico e carissimo amico una cartolina dalla Scozia “una settimana rubata di vacanze in Scozia”. Da quell’aggettivo “rubata” parte la riflessione che è prima di tutto una risposta a lui (“Non è la settimana che lei ha rubato, è piuttosto la sua vita che lei ruba quotidianamente, lei nasconde ciò che ogni giorno fa il sale della vita”). E il libro è il racconto di ciò che per lei è il sale della vita. “C’è una forma di leggerezza e di grazia nel semplice fatto di esistere, al di là del lavoro, al di là dei sentimenti forti, al di là degli impegni politici: è di questo che ho voluto  rendere conto…dei fremiti intimi che procurano piccoli piaceri, interrogazioni e anche scoperte se gli si lascia il tempo di esistere….”

 

Marina Piazza: sociologia, femminismo, donne, studi sulla vecchiaia
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