Arrivare a cinquant’anni è un traguardo. Come si fa a contrastare l’ineluttabile declino? Certo non basta l’esercizio fisico e nemmeno quello mentale. Qual è il modo davvero efficace per trasformare la senescenza in saggezza (oltre alla simulazione e alle bugie, ovviamente)?
È una specie di magia.
- Sapersi entusiasmare. Restare freschi. Mantenere un po’ di sana ingenuità, un po’ del “bambino” che era in noi
- Farsi morto con chi non si fa vivo (cit. R.Marani). Lasciar svanire dall’orizzonte quei cari individui che continui a cercare e chiamare e invece loro non si degnano di spendere mai un secondo per te. Estinguersi dalla loro esistenza è un dovere morale.
- Restare sconnessi per qualche ora al giorno. È necessario vivere nel proprio tempo, quindi ben vengano i social. Ma abbracciare il silenzio per un tot di tempo aiuta a riavvolgere i neuroni. È una liberazione non sentirsi obbligati a guardare lo smartphone appena fa bip.
- Dire la verità all’avvocato, al commercialista e al consulente bancario. Mai mentire ai professionisti, loro devono sapere tutto. Sembra una cosa da poco, ma è fondamentale.
- Mai fingere di sapere cose che s’ignorano. Tanto è inutile. L’ignoranza è come il morbillo: viene fuori a macchie.
- Imparare a chiedere scusa. Quando si commette un errore ma anche e soprattutto quando si ha ragione. Fa risparmiare tanto di quel tempo che non se ne ha un’idea.
- Leggere capolavori della letteratura e non, guardare film belli e brutti. Il gusto si fa tenendo ogni cosa in considerazione e la cultura è quello che resta quando hai dimenticato tutto.
- Simulare malattie o impegni improrogabili per evitare di partecipare a eventi inutili o molesti. Piuttosto che vedere certa gente e passare serate facendo discorsi a vanvera molto meglio un bel film.
- Inutile agitarsi, perché la disgrazia è un cecchino abilissimo nel centrare bersagli in movimento.
- Non avere paura dei sogni. Insistere sempre nel perseguirli, anche se si ha l’impressione che sia troppo tardi. È troppo tardi? Pazienza, meglio sognare lo stesso.
- Esercitare la memoria. Non per illividirsi ricordando cose dolorose o fastidiose, torti subiti o vendette da pianificare, ma solo per imparare. L’unica cosa che nella vita vale la pena di legarsi al dito sono le belle poesie.
- Le cose belle arrivano a caso. Ogni venti delusioni giunge inaspettata una soddisfazione. Ne vale sempre la pena.
- Scendere sempre in strada a suonare la propria musica,. Non per gli applausi, non per la fama, non per i soldi. Se poi ci sono tanto meglio.
- Farsi domande e darsi risposte. Noi ci raccontiamo tante frottole, ma la vita le risposte te le fornisce ogni giorno. Bisogna imparare primo ad accettare l’evidenza ma soprattutto a comportarsi di conseguenza: non è così semplice ma si può fare.
- Ricordarsi della dimensione più importante di tutte: il tempo. Cercare di ammazzarlo è superfluo, perché tanto, come diceva il saggio, ad ammazzarti ci pensa lui. Il tempo non ha rispetto di nulla, solo di ciò che lo supera.