1 ottobre: giornata internazionale degli anziani

In tutto il mondo, lunedì 1° ottobre, si celebra la Giornata internazionale degli anziani, una ricorrenza istituita nel 1990 dalle Nazioni Unite per promuovere l’indipendenza, la partecipazione e la dignità delle persone anziane, oltre che per rendere omaggio al contributo che questa importante fetta della popolazione riveste nell’organizzazione sociale. Sottolineando come, riconoscere il valore aggiunto che gli anziani rappresentano, significa allo stesso tempo combattere ogni forma di abbandono, abuso e violenza.

Diffondere una sempre maggiore attenzione sull’anziano si deve alla consapevolezza del suo ruolo sempre più attivo all’interno della società che in futuro ospiterà sempre più soggetti della tarda età. Ciò grazie al miglioramento delle condizioni di vita e delle sue aspettative. Perché, oggi, anche nel nostro Paese, invecchiare non significa essere vecchi.

In Italia, infatti, una significativa parte della popolazione anziana, di età compresa tra i 65 ed i 79 anni, è spesso autosufficiente e coloro che hanno redditi medi non hanno particolari difficoltà, soprattutto se vivono in famiglia. In tal caso, anzi, costituiscono una risorsa importante in quanto spesso dediti alla cura dei nipoti. Sempre più spesso, inoltre, sono coinvolti in attività di interesse sociale e costituiscono una risorsa importante nel volontariato.

Ma non va dimenticato che, proprio l’Italia, è il Paese dell’Unione Europea con la più alta aspettativa di vita, quindi le maggiori preoccupazioni sono necessariamente legate all’aumento della richiesta di servizi sociali connessa all’invecchiamento della popolazione. Non c’è dubbio, infatti, che l’invecchiamento della popolazione, presenti, a medio e lungo termine, non poche problematicità, come l’insorgenza di patologie croniche e di forti limitazioni della propria autosufficienza, soprattutto se si accompagnate, come in questo periodo, al peggioramento della situazione economica.

 Essere anziano, oggi, non può più essere sinonimo di essere malato o disabile, né quindi necessariamente di una condizione di bisogno assistenziale. Tuttavia, una certa associazione tra l’età anziana e la condizione di non autosufficienza esiste. La non autosufficienza dell’anziano pone sfide peculiari al sistema dei servizi, per l’intreccio di cui è al centro: fra problemi sociali e sanitari, fisici e psichici. Questa difficile condizione è condivisa dai familiari, che faticosamente ricercano aiuto sia nei servizi pubblici sia in quelli privati.

TENA è da sempre a fianco di chi si occupa dell’assistenza diretta all’anziano, specie se non autosufficiente, sia a domicilio che in una struttura di assistenza sul territorio. Un compito difficile sul piano umano, complesso sul piano organizzativo, che richiede competenza, “forza” fisica e psicologica, disponibilità di tempo, spesso anche disponibilità economiche. È un mondo di generosità spesso nascoste e scarsamente riconosciute, che deve uscire dalla marginalità nella quale è stato relegato. Non è accettabile, infatti, che una componente così importante dell’organizzazione sociale sia formalmente irriconoscibile. Per questo l’Azienda si è fatta promotrice del Dossier “Io mi prendo cura. Caregiver informali in Italia”, realizzato dal Gruppo Geriatrico di Brescia, con l’obiettivo di contribuire a creare nella società italiana una situazione più favorevole sul piano umano e organizzativo alle persone che offrono il proprio tempo a chi non è autosufficiente.

 

redazione grey-panthers:
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