La lezione del panda: l’impegno umano può salvare il Pianeta

Ogni tanto, anche di questi tempi, arrivano buone notizie: il panda gigante, simbolo del WWF dagli anni ‘60, non è più in pericolo di estinzione! Come comunicato dalle autorità cinesi lo scorso 9 luglio 2021, infatti, il numero degli esemplari in natura è arrivato a quota 1800, passando da specie a “rischio estinzione” a “vulnerabile”, secondo le categorie delle Liste Rosse della IUCN (l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Questo passaggio è stato reso possibile dal grande impegno della Cina nel migliorare le condizioni di vita della fauna selvatica all’interno del suo territorio nazionale, investendo in un ampio e variegato sistema di riserve naturali che arrivano a ricoprire il 18% del territorio nazionale, istituito anche a scopo protettivo.

Le liste rosse sono state redatte dalla IUCN a metà del secolo scorso e rappresentano un enorme database delle specie animali e vegetali mondiali. Queste ultime vengono infatti suddivise in sette differenti categorie a seconda principalmente del grado di riduzione delle popolazioni della specie in natura, dell’estensione geografica del loro habitat naturale e di una stima del rischio di estinzione calcolata per gli anni a venire. Si parte dalla categoria “estinto” comprendente le specie non più presenti sul nostro pianeta (come ad esempio il dodo), per passare ad “estinto in natura”, “in pericolo critico”, “in pericolo”, “vulnerabile” (queste ultime tre sono raggruppate nella macro-categoria delle specie “a rischio estinzione”), “prossime alla minaccia” ed a rischio minimo. Le specie non ancora classificate risultano nella categoria “non valutate”.

Il fatto che il panda rimanga all’interno della categoria “vulnerabile”, significa che nonostante i rischi maggiori per la sua sopravvivenza siano scongiurati, la popolazione continua ad aver bisogno di protezione. Come i più attenti lettori della nostra rubrica sanno, per proteggere una specie è necessario salvaguardare l’ecosistema di cui essa fa parte. Nel caso del panda, ad esempio, la forte riduzione numero di esemplari è stata causata dall’uomo con la deforestazione. Negli anni ’80, infatti, la forte riduzione ad opera dell’uomo delle foreste di bambù ha fatto venir meno l’elemento principale alla base della dieta del panda, lasciandolo così privo di risorse necessarie alla sopravvivenza. Stando ai dati della IUCN, la crescita della popolazione di panda avvenuta negli ultimi anni è stata determinata proprio dal grande sforzo della Cina nella protezione e nell’estensione delle foreste di bambù. Se è vero che sono le moderne pratiche dell’uomo a creare al giorno d’oggi maggiori danni alla biodiversità, allo stesso tempo siamo ancora in grado di rimediare.

Il panda come abbiamo visto si sta salvando, ma quali sono le specie ancora a rischio? Pensiamo al rinoceronte di Giava, di cui oggi rimane una sola popolazione in natura composta da meno di 100 individui tutelata all’interno di un parco naturale in Indonesia, o al gorilla di montagna, all’elefante di Sumatra, all’orango, al leopardo dell’Amur, al bradipo pigmeo, al lupo rosso americano… tra di esse ci sono anche specie nostrane come l’orso marsicano, il simbolo del Parco nazionale d’Abbruzzo, Lazio e Molise, o la lucertola delle Eolie ed il Gipeto sulle Alpi. Il declino di queste specie ha spesso un’unica causa: le attività dell’uomo. Che si tratti di distruzione degli habitat, di bracconaggio, inquinamento o cambiamenti climatici, con le nostre attività mettiamo ogni giorno più in pericolo le specie del Pianeta.

Orso marsicano – foto da parcoabruzzo.it

Spesso neanche ci accorgiamo di quanto la protezione della biodiversità sia fondamentale per la sopravvivenza del Pianeta e per noi esseri umani. Rafforzando infatti la produttività ed il corretto funzionamento degli ecosistemi, la biodiversità ci garantisce la continuazione di alcuni tra i “servizi” che gli ecosistemi gratuitamente ci offrono. Pensiamo semplicemente all’ impollinazione ad opera degli impollinatori o al sequestro del carbonio e alla stabilizzazione dei suoli da parte delle piante, per non scordare poi che la biodiversità è fonte di materie prime per l’energia e l’edilizia (legno), di fibre per tessuti (lana, canapa, cotone, …), di nutrimento e chi più ne ha più ne metta. Questi servizi hanno un ruolo chiave anche nell’economia di ogni singolo stato. Ad esempio, mantenere vivo un buon servizio di impollinazione aiuta anche a garantire la sopravvivenza di un’ampia varietà vegetale, che è alla base dell’agricoltura (ne avevamo parlato anche qui). Ogni specie, piccola o grande che sia, ha un ruolo specifico nell’ecosistema e lo aiuta a mantenere il suo vitale equilibrio. Utilizzando le risorse naturali in maniera non sostenibile e portando le specie a scomparire, rompiamo questi equilibri, gettando in crisi gli ecosistemi.

Ognuno di noi può nel suo piccolo fare qualcosa per contribuire alla salvaguardia della biodiversità. Prima di tutto è necessario informarsi e fare scelte sostenibili. Ne parliamo sempre all’interno della nostra Rubrica ma potrebbe essere interessante mettersi anche in gioco in prima persona. Spesso ad esempio i circoli delle grandi associazioni ambientaliste come WWF, Legambiente o LIPU, che agiscono a livello locale, mettono in atto sia campagne di sensibilizzazione che vere e proprie campagne di protezione adatte a tutte le età! La biodiversità può essere aiutata anche “da lontano”: infatti il WWF da anni permette di adottare una specie in via di estinzione (tutte le info le trovate qui). Donando una cifra simbolica si diventa parte del cambiamento aiutando l’associazione nelle sue campagne di protezione. Con un certo tipo di donazione si riceve in regalo anche il peluche della specie che si sta aiutando a proteggere che può diventare un bel regalo per uno dei vostri nipoti.

Ricordiamoci poi di non sprecare l’acqua. Essa è essenziale per la sopravvivenza di ogni specie, poichè dove c’è acqua infatti c’è vita. Cerchiamo sempre di fare una spesa ragionata, comprando prodotti stagionali e preferendo quelli locali a quelli esotici ed acquistando meno carne. Il trasporto su grande distanza e l’allevamento intensivo hanno infatti un peso molto grande sull’ambiente. Teniamo sempre a mente un principio fondamentale: la sopravvivenza delle specie che popolano il nostro Pianeta e del Pianeta stesso dipendono unicamente dall’uomo e da come riuscirà a ricostruire un rapporto di armonia con l’ambiente che lo ospita.

Margherita Corti:
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