Bagnata dall’Oceano Atlantico, New York, la città forse più iconica degli Stati Uniti, ha recentemente dato il via a un grande progetto di misure preventive per non farsi cogliere impreparata di fronte a un evento che sembra ormai inevitabile: la sua sommersione. A causa dei cambiamenti climatici, gli scienziati, infatti, hanno stimato che il livello dell’Oceano possa raggiungere un aumento compreso tra 20 e 75 cm entro il 2050. Se così fosse, l’isola di Manhattan rischierebbe di finire sott’acqua.
Data la sua collocazione geografica, New York non è nuova a eventi ambientali catastrofici, e molte sono state le tempeste e gli uragani che nei decenni hanno colpito la metropoli. Per questo motivo, essa ha recentemente adottato un piano di resilienza climatica da 20 miliardi di dollari, che, tra le varie misure previste, comprende la costruzione di muri, dighe, paratoie e chiuse al fine di creare una barriera di protezione contro l’innalzamento del livello del mare e la continua minaccia di tempeste costiere e uragani. Questi ultimi fenomeni in particolare sono destinati ad aumentare a causa delle condizioni climatiche determinate dall’innalzamento delle temperature delle acque oceaniche. Non è un caso che, per gli oceani, il 2021 sia stato l’ennesimo anno in cui si è toccata una temperatura record.
(fonte BBC News)
A testimonianza di questo fenomeno, nel 2021 si è frantumato e sciolto uno degli iceberg più grandi di sempre. Staccatosi nell’estate del 2017 dalla piattaforma glaciale Larsen presso la costa orientale della Penisola Antartica, il gigantesco iceberg noto come A-68A (inizialmente lungo 160 e largo quasi 50 km), ha pian piano galleggiato spostandosi verso l’Oceano Atlantico meridionale, frantumandosi in iceberg sempre più piccoli per poi sciogliersi completamente. E tutto questo in soli 4 anni!
L’innalzamento volumetrico degli oceani non è certo l’unica conseguenza del riscaldamento delle acque. Pensiamo ad esempio al fatto che, insieme al calore, l’acqua assorbe anche anidride carbonica, alterando il pH oceanico e determinando un forte effetto sugli organismi acquatici (ne abbiamo parlato approfonditamente qui: https://www.grey-panthers.it/green/vivere-lambiente/lacidificazione-delle-acque-marine-cosi-linquinamento-sta-distruggendo-la-vita-negli-oceani/), con ripercussioni lungo tutta la catena alimentare.
Avvenendo in parti del mondo molto distanti da noi, questi potrebbero sembrare eventi lontani dalle nostre vite. Invece è necessario prendere atto del fatto che la situazione maggiormente allarmante è quella del nostro Mar Mediterraneo, che è caratterizzato da aumenti di temperatura molto più intensi in media rispetto ad altre zone oceaniche. Non è un caso che negli ultimi tempi l’Italia sia stata caratterizzata da fenomeni e temperature estreme. Infatti, mentre l’aumento medio di temperatura del Pianeta di aggira intorno ad 1° all’anno, nel Mediterraneo raggiunge 1.2°, il 20% in più.
Dai dati non possiamo più nasconderci, e piuttosto che rimanere inermi è necessario correre ai ripari con piani preventivi come quello di New York negli Stati Uniti, far sentire la nostra voce per spingere i nostri Governi all’adozione di sistemi produttivi maggiormente basati su risorse rinnovabili invece che fossili, e apportare maggiori cambiamenti alle nostre abitudini quotidiane. In inverno, potremmo cercare di regolare maggiormente le temperature interne delle nostre abitazioni. Una coperta in più o un maglione poco più pesante possono fare la differenza. Limitiamo gli spostamenti con mezzi di trasporto non necessari, preferendo quando possibile una camminata, che ha comprovati benefici sull’ambiente e sul nostro fisico. Limitiamo i consumi elettrici quando non necessari, ricordandoci di spegnere luci e apparecchiature elettroniche quando usciamo da una stanza o di installare lampadine a basso consumo (come quelle al led): i consumi elettrici sono infatti grandi emettitori di C02. Spinti dall’entusiasmo e dalle nuove idee forniteci dal Veganuary (https://www.grey-panthers.it/green/vivere-lambiente/veganuary-il-gennaio-che-strizza-locchio-alla-cucina-vegana/), cerchiamo di mantenere le abitudini apprese nel limitare il consumo di carne. Come recentemente ha fatto notare la newsletter del Veganuary, non è solo quando ci spostiamo o installiamo lampadine che possiamo fare scelte consapevoli, ma anche e soprattutto ogni volta che scegliamo cosa mangiare.
Dobbiamo darci tutti da fare perché gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più tangibili e reali, non più dietro l’angolo bensì in piena luce di fronte ai nostri occhi.