Tetti in affitto per il fotovoltaico

Produrre energia elettrica pulita e scambiare quella in eccesso. Questa la nuova strategia di Sorgenia che prevede l’installazione gratuita di pannelli fotovoltaici: con il contratto “SoleMio” i clienti hanno a disposizione l’impianto in comodato d’uso per 20 anni. È uno schema avviato già sei anni fa in Belgio e in Olanda, con la proposta “Roof it” di Enfinity, ma ormai collaudato in tutto il mondo, dal Canada all’India e anche all’Italia: si tratta di una sorta di affitto delle superfici. Infatti viene pagato un corrispettivo ai proprietari, in denaro o in energia. O rimettendo a posto il tetto, dipende dalla soluzione che il cliente sceglie. Un esempio: un capannone di 15 mila metri quadrati, con orientamento ottimale può fruttare 200 mila euro, se dato in affitto per collocare i pannelli. Non all’anno, ma in un’unica soluzione. Ma come funzionano questi contratti, con pannelli in comodato d’uso o tetti ceduti in affitto? Il cittadino che “affitta” il proprio tetto non deve preoccuparsi di niente: installazione e manutenzione sono a carico dell’affittuario, e l’impianto, che va ad aumentare il valore dell’immobile, è riscattabile in qualsiasi momento. Chi ospita sul proprio tetto i pannelli, oltre a quelli riceve anche energia gratis: il cliente diventa produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili, e arriva a risparmiare dal 30% al 50% dei costi rispetto alla vecchia bolletta. È una soluzione conveniente? In quanto tempo si ammortizza un impianto? Quanto dura? Quanta energia produce un pannello fotovoltaico? Meglio essere proprietari oppure no? Sottoscrivere un contratto non è mai facile. Un impianto fotovoltaico da 3 kilowatt – il consumo medio di una famiglia – oggi ha un costo di circa 10 mila euro. In sei-sette anni si arriva al break-even e si ammortizza la spesa, dicono dal Gse, il gestore dei servizi energetici. L’energia può essere ceduta al finanziatore o al gestore e, anche se l’impianto tipo è da 3 kw, in presenza di capannoni o terrazzi è possibile pensare a impianti più potenti che producano 100 kw: i finanziamenti si trovano, e il surplus va in rete. In genere sono le banche a finanziare gli utenti attraverso gli operatori ma le formule della cessione di credito, come si chiama la cessione di energia che permette l’incentivo, possono essere studiate dagli operatori stessi.

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redazione grey-panthers:
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