Gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology hanno realizzato grazie alle nanotecnologie un dispositivo in grado di catturare ed immagazzinare l’energia solare con un’efficienza definite “senza paragoni”, in grado di dar luogo a celle fotovoltaiche con una resa energetica fino a 100 volte superiore a quelle attuali. I risultati sono descritti sulla rivista specializzata “Nature Materials”. Il dispositivo è costituito da antenne composte da nanotubi di carbonio a forma di minuscoli clindri, che convogliano la luce solare garantendo la possibilità di realizzare pannelli fotovoltaici più piccoli e più efficienti. Occupando una piccola superficie, viene generata così la stessa quantità di energia ottenuta con un banco di pannelli che coprono un intero tetto. I pannelli fotovoltaici producono energia elettrica mediante la conversione dei fotoni in corrente elettrica. Le nano-antenne realizzate dai ricercatori del Mit dall’ingegnere chimico Michael Strano, sono in grado di aumentare il numero di fotoni catturati.
Ricarica naturale dei cellulari? Siamo ormai abituati a notizie su metodi alternativi (e spesso anche curiosi) per ricaricare il telefonino. L’autonomia rappresenta uno dei punti più importanti per il cellulare ed è normali che tantissime aziende e gruppi scientifici spendano tempo, lavoro e denaro per trovare soluzioni sempre più valide e che possano garantire un risparmio energetico pur mantenendo le funzionalità. Una delle news più interessanti in questo settore ci arriva dal Samsung Advanced Institute of Technology, con sede nella Corea del Sud: a quanto pare gli studiosi sono riusciti, attraverso la nanotecnologia, a realizzare un minidispositivo che sfrutta il rumore per poter generare a sua volta energia. Si tratta di un materiale a base di zinco che potrebbe, in teoria, venire implementato su un cellulare, sfruttando cosi le onde sonore delle telefonate oppure dell’audio del player musicale o video. In questo modo verrebbe garantita una ricarica continua e, soprattutto, un’autonomia pressoché infinita, senza avere la necessità di una presa elettrica. Lo studio, comunque, è ancora in fase di sperimentazione e non è ancora possibile mettere in pratica efficacemente una tecnologia di questo tipo: l’energia generata dal materiale, infatti, non è ancora sufficiente ad alimentare un cellulare. Resta il fatto, però, che la conversione delle vibrazioni sonore in energia è un dato di fatto e la ricerca ora è volta a trovare un modo per aumentare l’energia prodotta con gli stessi decibel emessi dalla fonte. Lo studio, quindi, è ancora lungo e non ci resta altro da fare che attendere di avere qualche novità nei prossimi mesi o anni.