Dal 15 ottobre sono ripartite le caldaie dei comuni della fascia E (tra cui Aosta, Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Perugia, l’Aquila, Campobasso e Potenza); dal primo novembre tocca a Genova, Firenze, Ancona e Roma; il 15 novembre viene il turno di Napoli, Bari, Cosenza e Cagliari; per ultima, dal primo dicembre, viene Palermo.
Il via libera nelle città del nord e in quelle più fredde della Penisola arriva in un autunno in cui, specie nella pianura padana, la qualità dell’aria è apparsa subito già compromessa. Il 30% del pm 10 cittadino proviene dagli impianti di riscaldamento: sul banco degli imputati ci sono soprattutto le caldaie a gasolio condominiali. Sostituirle con impianti a metano di nuova generazione servirebbe a produrre fino a 24 volte meno polveri sottili. Per produrre meno inquinamento, inoltre, bisognerebbe disporre di case progettate fin dall’inizio per non sprecare energia. Ma nel nostro Paese, nei centri storici come nelle zone di più recente urbanizzazione, raramente ci si avvicina a condizioni virtuose come quelle tipiche di molte capitali europee. Qui da noi sono la regola consumi di 150-200 kWh/mq anno contro i 70 kWh/mq anno delle case tedesche e i 30 kWh/mq anno che sono l’obiettivo raggiungibile in una casa “perfetta”. Eppure, senza considerare gli interventi strutturali più seri e importanti, si possono ottenere risparmio e salute anche modulando bene la manopola del calore e facendo pochissime altre cose a costo zero. Per quanto riguarda la temperatura, è importante sapere che in inverno per il corpo umano il comfort si raggiunge convenzionalmente tra i 20°C e i 22°C, con una umidità relativa del 40-45%. Mentre si dorme il benessere si situa intorno ai 18°C, ma si potrebbe scendere un po’ sotto questa temperatura. In molti casi però non vale la pena: se si fa raffreddare troppo la casa, l’impennata d’energia necessaria a riscaldarla nuovamente annulla i risparmi conseguiti. Altri consigli sono frutto del puro buon senso. Il primo? Non si deve interporre niente al flusso del calore: divani, tende e copricaloriferi ostacolano spesso la diffusione e questo si può tradurre in un aggravio dei costi in bolletta di oltre il 5%. Di notte è meglio chiudere bene tutto, tende comprese; in molti casi questo basta a evitare dispersioni che possono raggiungere anche il 50%. La mattina bisogna aerare la casa con metodo: abbassando il riscaldamento e spalancando le finestre. Bastano cinque minuti, perché altrimenti si raffreddano pure le pareti. Se si manca da casa per alcuni giorni, è conveniente regolare il termostato a 12°C. Ultimo consiglio facile, si possono applicare dietro i caloriferi pannelli adesivi isolanti termoriflettenti.