La produzione di elettricità da fonte eolica in Spagna ha rappresentato, nel mese di febbraio, circa il 21,7% della domanda di energia del paese. Un nuovo record quindi, quello segnato dai 4.890 GWh generati, per un valore economico calcolato pari a 260 milioni di euro, in grado di soddisfare le esigenze di un paese di superficie equivalente al Portogallo. Secondo le cifre provvisorie diffuse dalla Red Eléctrica de España (REE), l’energia eolica si è piazzata al terzo posto nella classifica delle fonti energetiche più sfruttate nel mese, dopo gli impianti a carbone e il nucleare. Un record che, probabilmente non a caso, coincide con uno dei momenti storici in cui il prezzo del petrolio è alle stelle.
Le turbine spagnole, con una media di 2 MW di potenza ciascuna, generano annualmente l’elettricità che si otterrebbe impiegando come combustibile 7.000 barili di greggio, producendo un’entrata stimata in 260 milioni di euro invece che un esborso di circa 78 dollari a barile.
Intanto in Italia l’Anev, l’associazione nazionale energia del vento, ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Monti e a suoi ministri, in cui si fa sapere che “la lentezza della politica sta uccidendo un settore fondamentale per lo sviluppo dell’ Italia”. “Il settore – rileva l’ Anev – attende ancora i decreti che definiscono i valori e le modalità attuative del nuovo sistema normativo che sarebbero dovuti essere adottati entro lo scorso settembre”. Il settore, ricorda l’ Anev, “è fermo da 12 mesi con evidenti danni per gli operatori dell’eolico: in assenza del decreto le costruzioni non sono state avviate, i cantieri sono rimasti fermi e gli impianti non sono stati realizzati. I finanziamenti sono diventati inaccessibili e l’assenza di regole certe ha determinato per le aziende l’impossibilità di progettare a medio e lungo termine e quindi di poter pianificare investimenti”.