Nei capoluoghi del Nord viene raccolta in modo differenziato quasi la metà dei rifiuti urbani (49,7%), mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 22,6%
Nel 2014 sono stabili i quantitativi di rifiuti urbani prodotti nei capoluoghi, mentre la differenziata cresce, pur rimanendo sotto il 40%, ancora lontana dai target fissati (65% già nel 2012). Lo afferma l’Istat nel report 2014 “Qualità dell’ambiente urbano fattori di pressione”.
Produzione rifiuti – Nel complesso dei comuni capoluoghi di provincia sono state raccolte quasi 10 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, un quantitativo pressoché stabile rispetto al 2013, pari a circa un terzo della produzione nazionale. In termini pro capite si contano 541,1 kg per abitante (-2% sul 2013, circa 10 kg in meno a testa). Le quantità pro capite sono mediamente più alte nei capoluoghi del Centro (604,2 kg) rispetto a quelli del Nord (539,6 kg per abitante) e del Mezzogiorno (508,0).
Raccolta differenziata – Il 38,6% dei rifiuti urbani è raccolto in modo differenziato, con una quota crescente negli anni (+2,9 punti percentuali rispetto al 2013). Nei capoluoghi il valore obiettivo previsto dalla normativa per il 2008 (45%) non è stato ancora raggiunto, mentre risulta conseguito a livello nazionale, con una media del 45,2% sul totale dei comuni. La situazione è molto diversificata a livello territoriale: nei capoluoghi del Nord è raccolta in modo differenziato quasi la metà dei rifiuti urbani (49,7%), mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 22,6%; anche i capoluoghi del Centro si collocano al di sotto del valore Italia (38,2%).
I Comuni migliori – Le quote maggiori di raccolta differenziata si rilevano a Pordenone (79,4%) e Mantova (77,0%), ma il tetto del 70% viene superato anche a Verbania, Trento, Tortolì, Belluno e Treviso. In altri 22 capoluoghi (tra i quali la metà del Sud o sardi) la differenziata raggiunge quote comprese tra il 70 e il 60% (con obiettivo 2012 raggiunto o di prossimo conseguimento) e in 11 città gli incrementi rispetto al 2013 superano i 10 punti percentuali, indice di una dinamica accelerata e di politiche mirate applicate da un numero crescente di amministrazioni.
I peggiori – Le quote più basse di raccolta differenziata (inferiori al 10%) sono tutte riferite a capoluoghi del Mezzogiorno: Foggia, sei siciliani (Siracusa, Enna, Caltanissetta, insieme a Palermo, Messina e Catania tra i grandi Comuni ) e tre calabresi (Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio di Calabria). Nelle grandi città le quantità pro capite di rifiuti raccolti (546,2 kg per abitante) sono mediamente più basse sia rispetto agli altri capoluoghi sia rispetto al valore nazionale, ma anche la raccolta differenziata è più limitata: copre in media solo un terzo dei rifiuti prodotti (quasi 12 punti percentuali in meno della media nazionale). Le migliori performance sono quelle di Venezia e Verona (entrambe con più della metà dei rifiuti differenziati).