DIFFERENTI, ANCHE NELLA RACCOLTA
La raccolta differenziata è certamente il primo dei doveri di un cittadino ben disposto alla collaborazione con il proprio Comune. Impossibile citare uno statuto per tutti, poiché ogni circoscrizione fa riferimento a una propria normativa, ma certamente, le indicazioni sulle maggiori categorie di rifiuti coinvolte nel circolo virtuoso del riciclaggio possono essere riassunte in alcune categorie fondamentali, per ognuna delle quali esistono indizi utili al riconoscimento, istruzioni per il corretto smaltimento e buoni motivi per incaricarsi della differenziazione…
-Il rottame di vetro, una volta depurato, può essere rifuso infinite volte, consentendo un significativo risparmio energetico e di materie prime. La scarsa efficienza nella separazione dei così detti corpi opachi resistenti alla fusione come ceramica, vetroceramica, porcellana o sassi che ancora caratterizza le tecnologie degli impianti specializzati, rappresenta il maggior limite alla nobilitazione del rottame; per questo, il cittadino virtuoso deve essere particolarmente attento nel separare il vetro, rendendo per altro possibile la generazione di una materia prima seconda, praticamente all’altezza dell’originale.
–Alluminio: il modo più semplice per accertarsi della natura di un oggetto in metallo è l’uso di una calamita: l’alluminio è totalmente amagnetico. Gli imballaggi in alluminio sono, inoltre, sempre identificati dal simbolo “alu” oppure “AL”.
-Il così detto “oganico”, talvolta chiamato “umido”, ovvero la parte compostabile dei rifiuti domestici, una volta in discarica genera il biogas metano
-E’ possibile anche riciclare l’organico in proprio: in un contenitore apposito detto composter si raccoglie la frazione organica prodotta in cucina, in giardino o nell’orto e, mediante un processo aerobico di decomposizione si otterrà un ottimo concime. Molti Comuni riconoscono al cittadino che si prende carico di compostare i propri rifiuti organici uno sconto sulla tassa dei rifiuti; alcune amministrazioni forniscono il composter o ne rimborsano l’acquisto.
-La carta, notoriamente, può essere riciclata: è in crescita il numero di editori stranieri ed italiani che si impegnano a stampare solo su carta riciclata. Sul sito di Green Peace, alla pagina http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/foreste/Soluzioni/Editori-e-scrittori-amici-delle-foreste/ è possibile consultare l’elenco delle case editrici che scelgono modalità verdi per tutta la filiera della stampa ed i nomi degli scrittori, italiani e stranieri, “amici delle foreste”. Le tipologie di carta non adatte alla raccolta sono tutti i materiali non cellulosici, i contenitori di prodotti pericolosi, le carte sintetiche, ogni tipo di carta, cartone e cartoncino che sia stato sporcato (ad esempio carta oleata, carta e cartone unti e fazzoletti di carta usati).
-L’unico distinguo da applicare alla raccolta differenziata della plastica è la necessità che si tratti di oggetti, contenitori e imballaggi non corrotti da contaminazioni (un esempio può essere il tubetto di dentifricio esaurito, ma pur sempre “sporco”). ll simbolo caratteristico (tre frecce a formare un triangolo) con all’interno il numero SPI (Society of the Plastics Industry) facilita l’individuazione di materiali certamente appartenenti alla categoria riciclabile.
“CONNETTERSI” AL RICICLAGGIO
Tutti i simboli del riciclaggio sono illustrati in molti siti Internet a tema ecologico, un link per tutti alla pagina di wikipedia dedicata ai codici universali internazionali di riciclaggio http://it.wikipedia.org/wiki/Codici_universali_internazionali_di_riciclaggio
Le isole ecologiche Ecolamp distribuite in tutt’Italia per la raccolta delle lampade a basso consumo sono agevolmente individuabili scaricando l’applicazione web disponibile per iphone e ipad, ma anche per smartphone e tablet android e gratuitamente scaricabile, oltre che dai maggiori market store (Android e Apple), anche dal sito istituzionale di Ecolamp, www.ecolamp.it.
E’ possibile costruire una compostiera anche da sè: le istruzioni sono presenti in tanti siti green e nei portali dedicati al giardinaggio. Un indirizzo per tutti può essere www.compost.fareverde.it, sezione del sito dell’associazione Fare Verde, dedicata ad una campagna favorevole al compostaggio domestico, patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Per quel che riguarda gli acquisti “cartacei”, sul sito www.fsc-italia.it è possibile individuare i produttori certificati FSC (Forest Stewardship Council)che acquistano legno e derivati solo di foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Utili per fugare ogni dubbio sulla raccolta differenziata e il riciclaggio sono i blog dedicati come http://www.raccolta-differenziata.com/, http://www.raccolta-differenziata.com, http://www.differenziata.org/
Tutti frequentano le catene di supermercati, in primo luogo per motivi di tempo e per comodità. Naturalmente, le politiche della grande distribuzione non sono confrontabili con quelle dei produttori e distributori biologici agroalimentari diretti e dei negozi che si riforniscono esclusivamente di prodotti biologici e naturali, ma, anche tra le corsie del grande magazzino si può scegliere coscientemente, oggi più che mai, cominciando con la lettura attenta dell’etichetta.
Recentemente, la Commissione Agricoltura della Camera ha varato il testo definitivo del ddl sull’etichettatura che rende obbligatoria l’indicazione dell’origine sui prodotti alimentari. Inoltre, anche la pubblicità dei prodotti non potrà più essere ingannevole; è stato infatti disposto che per i generi alimentari le informazioni relative al luogo di origine e di provenienza delle materie prime agricole non debbano indurre in errore il consumatore. In conformità con la normativa dell’Unione Europea, anche la segnalazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare. Infine, sempre per legge, sono oggi meglio tutelati i prodotti a denominazione protetta.
Resta aperta la discussione sull’artificiosità di alcune descrizioni poco rigorose, presenti sulle confezioni di diversi prodotti, che esaltano qualità probiotiche o variamente benefiche non verificabili scientificamente. Il dibattito è tuttora in corso e non vi sono dunque indicazioni precise per orientarsi a riguardo, ma il fatto che la questione sia stata sollevata mette allerta i consumatori sulla vasta gamma di integratori, infusi, estratti, drink energizzanti e simili che sempre più ambiscono ad integrare la dieta tradizionale.
In conclusione è possibile acquistare consapevolmente ovunque:
-l’indicazione in etichetta del paese di provenienza, associata alla conoscenza personale della stagionalità di frutta, verdura e prodotti ittici da modo di dedurre la lontananza del paese d’importazione (fino ad una distanza minima, detta “chilometri zero”), di supporne la freschezza, nonché il momento migliore dell’anno per l’acquisto;
-qualora si tratti di un prodotto di origine protetta o a denominazione controllata, è possibile approfondirne le caratteristiche consultando i siti ufficiali dei consorzi, gli statuti, i disciplinari che i soci s’impongono;
ON-LINE
Volendo essere meticolosi è possibile, verificando in Internet, accertarsi rispetto a riconoscimenti biologici, etici, equo-solidali. A questo riguardo è consultabile il sito della Camera di commercio italiana www.camcom.gov.it dove è possibile risalire alla ragione sociale di ogni produttore iscritto, alla sua reale appartenenza a consorzi, nonché all’attestazione e al periodico rinnovo di riconoscimenti certificati di qualità. Sempre sul portale sono approfondite, per ogni impresa la Responsabilità Sociale, la trasparenza del Bilancio Sociale e le eventuali Certificazioni Etiche.
-Altro importante link istituzionale è quello al sito del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (www.politicheagricole.it) le cui sezioni principali si articolano in “Filiere”, “Imprese”, “Pesca e acquacoltura”, “Qualità e sicurezza” e “Ricerca e sperimentazione”.
-Sul sito di Federconsumatori sono costantemente riportate le pubbicasioni dei testi di legge italiani e comunitari che riguardano il settore alimentare; inoltre sono disponibili in formato pdf alcune guide utili al consumatore: uno per tutti “Il manuale di informazioni e consigli utili per l’acquisto, la conservazione e il consumo di frutta e verdura” che riporta, tra le numerose informazioni, anche i calendari delle stagionalità italiane (http://www.federconsumatori-fvg.it/guide/guida-fruttaverdura.pdf).
NAVIGARE PER RINVERDIRE
La green economy, essendo una materia recente, trova la sua maggior diffusione on-line. Tanti sono i siti dedicati, e molte le sezioni dei portali istituzionali che approfondiscono i diversi aspetti della scienza verde e che riportano le regolamentazioni promulgate da organismi nazionali e sovrannazionali. Numerosi sono gli indirizzi di magazine e riviste web dedicate agli argomenti verdi, dai Gruppi di Acquisto Solidale, al turismo sostenibile
-Esistono diversi magazine on-line dedicati alla green economy dove reperire, tra l’altro, consigli di economia domestica, informazioni su ristorazione, e vacanze green, appuntamenti ludici e culturali, biocosmesi… www.tuttogreen.it, http://www.yeslife.it, www.rinnovabili.it, http://www.greenme.it/
-Un riferimento importante per chi vuole avvicinarsi al turismo sostenibile nel mondo è il sito del Global Sustainable Tourism Council http://new.gstcouncil.org.
-Il network di riferimento per la rete nazionale dei G.A.S., i Gruppi di Acquisto Solidali è http://www.retegas.org/
-Sito autorevole su tutte le tematiche green è quello di Legambiente www.legambiente.it
-Il sito del Ministero dell’Ambiente www.minambiente.it è il riferimento per conoscere lo stato aggiornato dei siti turistici marittimi, dell’inquinamento atmosferico e per avere una panoramica sulle aree naturali protette italiane.
-Alla pagina web http://www.assolombarda.it/greeneconomy/repertorio.asp Assolombarda ha censito e mappato, in collaborazione con lo Iefe (Istituto di Economia delle Fonti di energia e dell’Ambiente) dell’Università Bocconi, le imprese green locali: aria, acqua, suolo e bonifiche, rifiuti, rumore esterno, prodotti ecocompatibili, fonti rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile.
(O.O.)