“Negli ultimi cinque anni, nessun Paese membro del G-20 ha registrato tassi di crescita più alti di quelli dell’Italia, che oggi è leader nel mondo per i livelli degli investimenti in proporzione alla sua economia”. Lo afferma una ricerca di The pew charitable trusts, un’organizzazione dedita al miglioramento delle politiche pubbliche stimolando la partecipazione alla vita civile.
Secondo il direttore del Pew’s clean energy program, Phyllis Cuttino, “l’Italia oggi è quarta nella classifica dei G-20 per gli investimenti nell’energia pulita, è prima nel tasso di crescita degli investimenti su cinque anni, è prima nell’intensità degli investimenti ed è sesta nella capacità di energia rinnovabile installata per una quota di 28 GW (Gigawatt)”. Per lo studio l’Italia è il primo Paese ad aver raggiunto la grid parity. Nel complesso, rivela il report, gli investimenti in energia pulita hanno raggiunto la quota record di 263 miliardi di dollari americani nel 2011 (più 6,5%). Gli Stati Uniti rimangono al primo posto tra le nazioni del G-20 (investimenti per 48 miliardi). Con 45,5 miliardi, la Cina rimane un fulcro importante dell’energia pulita. Al terzo posto la Germania con 30,6 miliardi di dollari. La capacità di generazione di energia pulita installata nel 2011 è salita alla quota record di 83,5 GW portando a 565 GW il totale a livello globale (pari al 50% della capacità di generazione di energia nucleare al mondo).
Per la ricerca nel nostro Paese c’è stato “un aumento complessivo del 38,4% negli investimenti in energia pulita per una quota record di 28 miliardi di dollari americani”. L’Italia “ha continuato a distinguersi come uno dei mercati del solare più dinamici al mondo’”. Quasi tutti gli investimenti privati (24,1 miliardi di dollari) sono confluiti “nello sviluppo dell’energia solare, promuovendo l’installazione di quasi 8 GW di capacità di generazione, di cui oltre la metà destinata a piccoli progetti commerciali, ma anche una quota record di 2,2 GW destinata ad impianti su larga scala”. Questi “sostanziali incrementi” della capacità, conclude il rapporto, sono stati “stimolati dalle continue incentivazioni all’energia pulita”. Sempre secondo Cuttino, “mentre altre nazioni europee hanno apportato tagli significativi agli incentivi alle energie rinnovabili a causa delle pressioni sul bilancio, l’Italia ha salvaguardato i propri programmi di incentivazione con l’auspicio di stimolare la crescita economica. La sfida per l’Italia sarà perseguire le politiche in grado di offrire sicurezza a lungo termine agli investitori sul mercato in questo periodo di austerity fiscale”.