Stop al degrado del suolo con interventi più incisivi: è questo il messaggio lanciato dalla Commissione europea agli stati membri. Secondo le ultime relazioni dell’esecutivo Ue, fra il 1990 e il 2006 sono andati persi mille chilometri quadrati l’anno di suolo fertile, cioè un’area equivalente a quella dell’isola di Cipro.
Si stima inoltre che l’erosione del suolo causata dall’acqua interessi 1,3 milioni di chilometri quadrati nel vecchio continente, una superficie equivalente a due volte e mezzo la Francia. “Queste relazioni evidenziano quanto sia importante preservare i suoli europei – afferma il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik, – per salvaguardare l’approvvigionamento di prodotti alimentari di qualità, di acque sotterranee pulite e di luoghi di svago salubri, assicurando nello stesso tempo una riduzione delle emissioni di gas serra”. Secondo Potocnik, “dobbiamo utilizzare le risorse provenienti dal suolo in modo più sostenibile. A questo scopo, un approccio comune in tutta l’Ue sarebbe la soluzione ideale”.
L’attenzione è alta anche in Italia. Dove un milione e cinquecentomila ettari di superficie agricola, pari all’8% del totale, sono scomparsi in dieci anni, principalmente nel nord e nel centro. L’allarme è partito da Italia Nostra e Coldiretti nel corso dell’incontro “Il volto dell’Italia. Paesaggi agrari: bellezza, sostenibilità, economia” tenutosi nei giorni scorsi a Roma. Il consumo del suolo è inarrestabile, avvertono gli esperti: è una tendenza in costante crescita “con conseguenze gravissime e pesanti per tutto il paese”.
Nello stesso periodo sono scomparse 800mila aziende, il 32% del totale. Ma il 46% degli italiani nella scelta di una vacanza considera l’ambiente incontaminato e ricco di paesaggi naturali l’elemento determinante, seguito dal 39% che guarda alla presenza del patrimonio culturale e di buona gastronomia.