Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha presentato in Consiglio dei Ministri il pacchetto di interventi rientranti nel piano di Governo per il risparmio di energia nel Paese nei prossimi mesi. Nel solco delle linee guida ENEA, le misure riguardano sia il settore pubblico che quello privato, in ambito civile e residenziale. Per le famiglie in condominio con impianti centralizzati si prospetta un inverno con accensione dei termosifoni spostato in avanti rispetto al consueto calendario, e con lo spegnimento dei caloriferi almeno un’oro prima (anche di più in alcune zone climatiche). In discussione la possibilità di ridurre l’orario di accensione di due ore, oppure far slittare di una o due settimane l’apertura dei riscaldamenti rispetto al 15 ottobre previsto in circa 4.300 comuni italiani, quelli della zona climatica E che comprende grandi città come Milano, Torino, Bologna, Venezia.
Per uffici e strutture pubbliche, invece, è pianificata la riduzione delle temperature del riscaldamento pari ad un grado: da 20 a 19 negli uffici. Non sono previste forniture razionate nelle imprese, dove tutto rimarrà invariato (bollette permettendo). Anzi: sono in arrivo due decreti per garantire gas ed elettricità a prezzo calmierato alle imprese energivore e gasivore.
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L’obiettivo di Governo è quello di potenziare l’attività delle centrali a carbone per un arco di tempo al momento fissato in 24 mesi circa, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal gas russo e centrare gli obiettivi UE in questo senso. Entro la metà di ottobre il Governo dovrà sottoporre a Bruxelles un piano dettagliato. Al momento, siamo già scesi dal 40% di fine 2021 all’attuale 18%. L’obiettivo è arrivare al 10% .Entro fine 2022 il MITE punta a risparmi energetici di almeno 2,5 miliardi di metri cubi di gas al fine di centrare entro marzo l’obiettivo di un calo del 7% dei consumi indicato dall’Ue.
La spinta principale, per far sì che il sistema regga senza particolari scossoni anche nel caso di un totale black out russo, dovrà essere assicurata dalle forniture alternative, che Cingolani rimetterà in fila nel piano, nonché dallo sprint sugli stoccaggi (che ora sono all’82,3%) e sui due nuovi rigassificatori galleggianti per i quali il ministro immagina una tabella di marcia ultra veloce che non contempla tentennamenti. Il riferimento è soprattutto all’impianto di Piombino, senza il quale, è l’alert ribadito da Cingolani, “si rischia concretamente di andare in emergenza nel marzo 2023”.