Crisi del gas e aumento dei prezzi: cosa sta accadendo

Mi piacerebbe riuscire a darvi qualche strumento in più per capire la situazione del prezzo del gas – e più in generale dell’energia – in Europa in questo inizio di anno. Non è molto facile, soprattutto per chi come me ha poca dimestichezza con l’economia e le sue regole; ma ci sono moltissime informazioni su cui riflettere.

Posso cominciare spiegando che ci sono molti diversi fattori che influiscono sul prezzo del gas.

  • Prima di tutto, il gas viene trattato come una materia prima (Commodity), il cui prezzo dipende dalla domanda e dall’offerta. Cosa significa? Se la produzione di gas supera la richiesta del mercato, i prezzi scendono. Se avviene il contrario, i prezzi salgono. Quindi mi sembra di capire che non conta tanto quello che si spende per estrarlo, ma quanto se ne estrae.
  • In aggiunta, ci sono diversi tipi di contratto: quelli a lungo termine (Futures) e quelli sul momento (Spot). Il prezzo dei contratti a lungo termine è un po’ una scommessa ed è fisso per tutta la durata del contratto, mentre i prezzi spot sono soggetti a fluttuazioni anche repentine. Ma questo è soltanto l’aspetto più strettamente finanziario, riservato soprattutto a chi vuole investire.
  • In Italia le aziende energetiche sono state privatizzate un po’ di anni fa (era il 1962). Una trentina di anni dopo, nel 1992, si è tornati indietro, privatizzandole. Ci hanno detto e ci dicono che il consumatore ha un vantaggio se le aziende dell’energia sono private, perché la concorrenza permetterà di avere prezzi più bassi. A titolo personale, mi sento di commentare che – capiterà anche a voi – ricevo un sacco di telefonate che offrono contratti per l’energia elettrica; e mi risulta un po’ strano tutto lo sforzo che viene fatto per convincerci a utilizzare un fornitore piuttosto che un altro, dato che in Italia l’elettricità viene prodotta soprattutto con i combustibili fossili, e che tutte le aziende fornitrici, grandi e piccole, devono acquistarli  al prezzo di mercato, basato su domanda e offerta, e distribuirlo utilizzando la stessa rete.
  • La domanda di energia è influenzata dal clima: se l’inverno è freddo, ci sarà un maggiore consumo per il riscaldamento; se l’estate è particolarmente calda, aumenterà l’utilizzo dell’aria condizionata e il relativo consumo energetico. Nel 2020 e in buona parte del 2021, la domanda di energia è scesa per effetto della pandemia – eravamo tutti chiusi in casa – e questo aveva fatto scendere il prezzo. Con la ripresa del lavoro e delle attività industriali, la domanda è di nuovo aumentata (anche molto), insieme al prezzo.
  • Ma non c’è soltanto questo: in Europa la produzione di idrocarburi sta diminuendo. La produzione di gas nel secondo trimestre del 2021 è stata inferiore dell’8% rispetto a quella dell’anno precedente. In particolare, in Olanda, dove si trova il più grande giacimento europeo di gas, è scesa del 10%. Anche in Norvegia la produzione di gas è diminuita nel 2021: (https://community.oilprice.com/topic/25169-europe-gas-market-how-it-started-how-its-going/). A livello mondiale, le restrizioni dovute alla pandemia, ma ancora di più i bassi prezzi del periodo precedente, hanno fatto diminuire gli investimenti nella ricerca di gas e di petrolio; anche questo ci porta oggi a una minore produzione. Per recuperare, ci vorranno tempi lunghi perché quando si trovano nuovi giacimenti, occorre tempo per poterli sfruttare.
  • Il gas viene trasportato spesso su lunghe distanze. Si possono usare le condotte, oppure le navi che trasportano Gas Naturale Liquefatto (LNG). Il trasporto via nave sta aumentando benché il suo costo sia più elevato, anche per questioni di equilibri geopolitici. Semplificando molto, la rivalità tra Stati Uniti+Australia da una parte (che esportano il gas come LNG) e la Russia dall’altra (che è collegata all’Europa con una rete di condotte), contribuisce a un certo numero di problemi. Il sito della Gazprom ci può dare un po’ di informazioni sulle condotte che partono dalla Russia, sulle loro capacità e sul loro utilizzo (http://www.gazpromexport.ru/en/projects/transportation/). Si può vedere che la condotta Nord Stream 2 attualmente è piena di gas pronto a essere inviato in Europa, ma è ancora ferma. Ricorderete che già da qualche anno il passaggio del gas attraverso l’Ucraina era problematico. Proprio per questo era stata decisa la posa di Nord Stream 2, che permetterebbe di trasportare il gas dalla Russia direttamente in Germania senza passare per l’Ucraina. Nord Stream 2 è stata completata alcuni mesi fa, ma non è stata ancora autorizzata dalla Germania, che si trova in forte imbarazzo perché è presa tra la necessità di approvvigionarsi e le tensioni tra USA e Russia.
  • Le importazioni dalla Russia – che è già il nostro principale fornitore – sono leggermente aumentate (circa del 5%) nel secondo trimestre 2021. La Russia per il momento si limita a rispettare i suoi impegni contrattuali a lungo termine con i Paesi membri della EU. Può essere che questo avvenga per le note questioni politiche, o anche perché la Russia non riesce in questo momento ad aumentare la produzione, oppure perché ha deciso di vendere parte del suo gas ai Paesi dell’Asia. Può anche essere che durante l’inverno la Russia preferisca soddisfare la sua domanda interna.
  • Ma c’è ancora almeno un altro punto di vista da considerare. In Europa già da un po’ di tempo a questa parte si sta ragionando più o meno così:

Dato che nel giro di pochi anni si utilizzeranno soltanto le rinnovabili, il gas naturale e il carbone non ci interessano più.

Preferiamo non firmare contratti a lungo termine con la Russia perché non vogliamo appoggiare il regime di Putin.

In effetti, in Europa si pensa di arrivare a produrre tutta l’energia elettrica necessaria con le rinnovabili, utilizzando il gas solo temporaneamente, per superare la fase di transizione. Le automobili dovranno diventare tutte elettriche e il riscaldamento delle case dovrà utilizzare pompe di calore. Secondo alcuni analisti – e anche io, nel mio piccolo, la penso così – sono scelte premature, perché solare e eolico non sono ancora in grado di sostituire i combustibili fossili.

Va considerato anche che per alcune decine di anni, l’Europa ha avuto il vantaggio di poter utilizzare il gas russo a buon prezzo, perché la produzione era abbondante e la Russia non aveva un mercato alternativo. Oggi queste alternative ci sono, e l’Europa deve pagare il prezzo di mercato, che viene stabilito tenendo conto del mercato del Gas Liquefatto trasportato via mare.

Molti sostengono che l’aumento del prezzo dei combustibili fossili, e in particolare del gas, sia soltanto transitorio. Personalmente, ritengo, invece, che sia il risultato di molti fattori, alcune dei quali ho cercato di elencare qui sopra – e di una politica energetica non sempre oculata. Il risultato di tutto questo si vedrà anche dal punto di vista economico, e non sarà così facile, secondo me, tornare ai prezzi bassi di qualche anno fa. Vedremo cosa ci prepara il futuro.

 

 

 

 

 

Giovanna Gabetta:
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