Abbiamo visto come gli imballaggi, soprattutto quelli in plastica, stiano diventando un problema sempre più grosso, che non si può ignorare. Un imballaggio particolarmente diffuso e particolarmente inutile è rappresentato dalle bottiglie di acqua minerale. Alcuni dati ci dicono che l’Italia è il primo Paese in Europa – e uno dei primi al mondo – per consumo di acqua in bottiglia, con una media di circai 200 litri l’anno a persona e con un giro d’affari stimato in 10 miliardi di euro l’anno. Basta una stima approssimativa per capire che tutto questo corrisponde a un numero esorbitante di bottiglie di plastica: le stime ufficiali dicono che ogni anno nel nostro Paese dagli 8 agli 11 miliardi di bottiglie di plastica e 2 miliardi di bottiglie di vetro finiscono nel ciclo dei rifiuti. Si tratta di 250 mila tonnellate di plastica (pet), di cui solo una parte finisce nel circuito della raccolta differenziata. A questa esagerata quantità bisogna sommare la plastica che avvolge i cestelli da sei bottiglie venduti nei supermercati. C’è poi da considerare anche il danno ambientale dovuto al trasporto, soprattutto quello su gomma, che riguarda anche le bottiglie di vetro e che provoca una buona quantità di emissioni di gas serra. Anzi, le bottiglie di vetro pesano di più e quindi provocano più emissioni durante il trasporto.
Eppure una soluzione semplice esiste. Bisognerebbe capire che l’acqua del rubinetto è buona e non c’è ragione per non utilizzarla. In più, non è stagnante e scorre a una temperatura molto piacevole, né troppo calda né troppo fredda. Viene anche controllata regolarmente; ad esempio, in rete si possono trovare le analisi dell’acqua nelle varie zone di Milano. Sono analisi che riguardano almeno 18 diversi parametri e vengono aggiornate almeno una volta a trimestre: le trovate a questo link https://www.milanoblu.com/la-tua-acqua/lacqua-di-milano/
Se invece proviamo a leggere l’etichetta di un’acqua minerale, potremo vedere che l’analisi comprende un numero inferiore di parametri; le analisi per di più si riferiscono ad un certo numero di anni fa… Eppure, sembra proprio che ci siamo tutti lasciati convincere dall’idea che l’acqua del rubinetto possa essere pericolosa e che sia meglio affidarsi alle bottiglie, o se proprio vogliamo farne a meno, a strani filtri o impianti di depurazione da installare in cucina. Tutti questi apparati sono spesso inutili, e soprattutto vanno sottoposti a manutenzione spesso e in modo accurato, per evitare che facciano danni.
Oltre alle fontanelle, si stanno diffondendo le “case dell’acqua”, dove si può prelevare anche acqua frizzante. Una soluzione per tutti coloro che non sanno fare a meno del pizzicorino… anche se noi pantere certamente ricordiamo le polverine dei nostri nonni. Occorre pubblicizzare le case dell’acqua, in modo che vengano usate, e aumentarne il numero.
Per i bar e i ristoranti si può proporre un passo ulteriore, un po’ più impegnativo ma non troppo. Si potrebbe dare la possibilità di servire – su richiesta naturalmente – anche l’acqua del rubinetto. E suggerirei in particolare che si tratti veramente di acqua del rubinetto, non ulteriormente trattata con metodi più o meno pubblicizzati e più o meno costosi – perché non ce n’è bisogno. Ritengo che il Sindaco potrebbe emettere una ordinanza che raccomanda di offrire nel menù anche questa alternativa, possibilmente a costo zero. Non è una proposta strana: in altri paesi, negli Stati Uniti ad esempio, tutti i ristoranti offrono acqua del rubinetto senza bisogno di chiederla, la caraffa è compresa nell’apparecchiatura della tavola. Tutto questo non obbliga nessuno, chi vuole può ordinare acqua in bottiglia e/o acqua trattata, oppure naturalmente altre bevande, secondo l’offerta del locale.
Queste piccole cose non richiedono grandi investimenti e potrebbero essere i primi passi verso la diminuzione e se possibile l’eliminazione delle bottiglie di plastica. Ce la faremo? Per ora non sembra che ci sia un grande interesse… ho visto persone che usano la borraccia di alluminio, riempiendola con l’acqua presa dalle bottiglie. Ho visto, durante la pausa pranzo di un convegno sulla plastica bio, che l’acqua era offerta in caraffe… contenenti acqua versata da bottiglie di plastica. C’è ancora molta strada da fare.