Mettere a fuoco le esperienze italiane e internazionali in tema di energia nucleare, decommissioning e programmi industriali, di ricerca e di formazione. Era questo l’obiettivo della giornata di studio che si è svolta la scorsa settimana promossa da AIN, associazione italiana nucleare.
Università, impresa e istituzioni si sono dati appuntamento per tornare a discutere di nucleare, in termini di innovazione, sviluppo economico, sostenibilità degli approvvigionamenti energetici e di bonifiche. In un paese, quale l’Italia, in cui la bonifica ambientale dei siti nucleari e la continua produzione di rifiuti radioattivi – provenienti dalle attività medico-ospedaliere, industriali e di ricerca – richiedono una gestione in linea con le migliori esperienze internazionali, “è necessaria – si legge in una nota – la realizzazione di un Parco Tecnologico, comprensivo di un Deposito Nazionale, per la messa in sicurezza definitiva di tutti i rifiuti radioattivi oggi stoccati in diversi depositi nazionali, sparsi sul territorio nazionale”.
Enzo Gatta, presidente di AIN, ha ricordato poi che “l’Italia non ha smesso di essere un Paese nucleare, visto che è presente nella ricerca europea ed è protagonista di un programma di bonifica ambientale e l’industria e gli operatori energetici nazionali sono impegnati nei programmi nucleari all’estero”.“Crediamo che questo patrimonio italiano di eccellenza meriti di essere tutelato e valorizzato, anche per non perdere il treno dello sviluppo di tecnologie nucleari di nuova generazione. Auspichiamo che l’opzione nucleare possa essere ripresa in considerazione in futuro nell’ambito di una politica di mix energetico”.
L’Amministratore Delegato di Sogin, Giuseppe Nucci ha invece rilevato che per terminare la bonifica ambientale degli otto siti nucleari italiani e mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi Sogin prevede investimenti complessivi pari 4,8 miliardi di euro, comprensivi del trasferimento dei rifiuti al futuro Deposito Nazionale.