Il 94% delle zone di balneazione nell’Unione europea soddisfa le norme minime di qualità dell’acqua. Questo è quanto emerge dal rapporto annuale sulla qualità delle acque di balneazione in Europa stilato dall’Agenzia europea dell’ambiente, nel quale si legge anche che la qualità è eccellente nel 78% delle zone e che il numero delle località che soddisfano le norme minime è aumentato del 2% rispetto al rapporto dello scorso anno.
Cipro e Lussemburgo sono i primi della classe, con acqua di eccellente qualità in tutte le zone di balneazione. L’Italia, dove l’85% delle 5.509 acque analizzate ha registrato valori eccellenti, figura tra i paesi nei quali si registrano risultati al di sopra della media UE, insieme a Malta (97%), Croazia (95%), Grecia (93%), Germania (88%), Portogallo (87%), Finlandia (83%) e Spagna (83%). Nel nostro paese la percentuale di acque di qualità eccellente è addirittura superiore nel caso delle acque costiere (86,3%), dato particolarmente significativo se si considera che in Italia si trova oltre un terzo (34%) delle acque di balneazione costiere di tutta l’UE. Questi dati segnalano un miglioramento rispetto all’anno scorso, continuando la tendenza positiva in atto da quando, nel 1990, si è iniziato a monitorare lo stato delle acque a norma della direttiva sulle acque di balneazione.
A partire dai dati raccolti dalle autorità locali in oltre 22 000 località dei 27 Stati membri dell’Unione europea e di Croazia e Svizzera, nonché dalle misurazioni dei livelli di batteri provenienti dalle acque di scolo e dagli allevamenti, l’Agenzia europea dell’ambiente elabora ogni anno i dati sulla qualità delle acque di balneazione. Più di due terzi delle località controllate sono spiagge costiere, il resto è costituito da fiumi e laghi.
Il rapporto annuale si basa sui dati relativi alla stagione balneare precedente, pertanto il rapporto di quest’anno è una compilazione dei dati raccolti nell’estate 2012. Malgrado il miglioramento generale, dal rapporto di quest’anno emerge che la qualità dell’acqua è scarsa in quasi il 2% delle zone di balneazione costiere, fluviali e lacustri. Le percentuali più alte di spiagge non conformi si trovano in Belgio (12%), Paesi Bassi (7%) e Regno Unito (6%) e alcune di esse hanno dovuto essere chiuse nel corso della stagione 2012. Quelle che si comportano meglio sono, in genere, le zone di balneazione costiere, il 95% delle quali soddisfa le norme minime e l’81% può fregiarsi di acque eccellenti, mentre per quanto riguarda laghi e fiumi, è il 91% ad essere al di sopra della soglia minima e il 72% ad avere acqua di qualità eccellente.
Le tracimazioni causate da piogge violente in zone con sistemi fognari inadeguati costituiscono ancora un problema, sebbene si sia osservato un certo miglioramento della qualità idrica grazie a un sempre più diffuso trattamento delle acque e alla conseguente diminuzione degli scarichi di acque reflue non trattate nell’ambiente. Agli inizi degli anni 90 solo il 60% circa delle zone poteva vantarsi di acque di qualità eccellente, mentre il 70% soddisfava le norme minime.