Nuovi crateri in Siberia, un lago nel deserto in Tunisia, acciughe in “vacanza” in California.
Buchi neri in Siberia – Gli scienziati hanno scoperto due nuovi crateri in Siberia, altri due “buchi neri” simili a quelli comparsi due settimane fa nella Penisola di Yamal. La seconda voragine è apparsa nella stessa regione del primo, nella Russia settentrionale, e la terza sulla penisola Taymyr, a est, nella regione di Kransoyark. Entrambe sono state avvistate dagli allevatori di renne che hanno rischiato di caderci. Si tratta di buchi più piccoli di diametro ma identici per l’aspetto. La loro scoperta infittisce il mistero sulla loro natura e riaccende le molteplici spiegazioni accampate dagli scienziati nelle scorse settimane. Tra le spiegazioni più plausibili arriva adesso quella del geofisico Vladimir Romanovsky secondo cui i crateri sarebbero stati generati da una dolina carsica (anche detta ‘sinkhole’, cioè un buco nel terreno creato dalle erosioni e dal drenaggio dell’acqua in una cavità sotterranea) esplosa verso l’esterno anziché collassare verso l’interno. La sua teoria è sostenuta dalle recenti riprese in elicottero del primo foro nella regione settentrionale di Yamal che rivelano un cumulo di terriccio che sembra essere fuoriuscito dal cratere.
“L’acqua all’interno del primo cratere probabilmente proviene da scioglimento del permafrost o del ghiaccio” ha affermato Romanovsky, professore della University of Alaska Fairbanks, a LiveScience. Ha spiegato che “mentre la maggior parte delle foibe inghiottiscono il materiale crollato all’interno, questa in realtà è esplosa verso l’esterno”. E’ un fenomeno che “non esiste neanche nella letteratura scientifica. Abbiamo a che fare con qualcosa di nuovo” ha spiegato il professore. Tuttavia, la teoria di Romanovsky non spiegherebbe perché il bordo del cratere abbia una forma così rotonda o da dove provenga il gas per alimentare una tale eruzione.
Il lago dei miracoli – Ma non è solo la Siberia a destare l’interesse internazionale. A Gafsa, una località della Tunisia, è apparsa inaspettatamente un’immensa pozza d’acqua, in un’area che prima era totalmente desertica, tanto che anche gli esperti non hanno saputo spiegare il fenomeno. Un lago, in tutto e per tutto, con una grandezza di oltre un milione di metri cubi d’acqua su oltre un ettaro di terreno. Si parla di una profondità tra i 10 e i 18 metri. Ribattezzato dalla popolazione locale Lac de Gafsa, è apparso come un vero e proprio miracolo, che ha spinto tanti a farsi il bagno per trovar refrigerio dai 40° C di temperatura.
Ma le autorità della zona hanno provato a mettere in guardia la popolazione del luogo, avvisando che le acque potrebbero essere pericolose, infette o portatrici di scorie, dato che non se ne conosce attualmente la provenienza, e soprattutto perché di acqua stagnante si tratta. Secondo le indagini condotte da un gruppo di geologi, è possibile che la formazione del lago sia dovuta a dei movimenti sismici che hanno spostato una falda acquifera. Questa tesi però non è sostenuta da tutta la comunità scientifica che vuol esaminare in modo più approfondito l’evento.
E poi, invece, ci sono i superstiziosi apocalittici che hanno interpretato il fenomeno come una sorta di maledizione, i cui effetti si vedranno nei prossimi mesi. I medici locali invece sono più preoccupati per la protezione della salute pubblica e hanno evidenziato che “nei primi giorni, l’acqua era cristallina, di colore blu turchese; ora è verde e piena di alghe: ciò significa che può provocare malattie”. L’altra preoccupazione dei sanitari è quella di una contaminazione dell’acqua perché nella regione di Gafsa, che si trova nella parte centrale della Tunisia, si trova una delle più grandi miniere di fosfato del paese.
Il banco di acciughe – Un altro fenomeno assai bizzarro si è verificato nei primi giorni del mese di luglio nei pressi di San Diego, California. I ricercatori marini dell’Istituto di “La Jolla” hanno visto, proprio nelle acque antistanti il loro luogo di lavoro, un enorme banco di “acciughe del Nord”, fenomeno del tutto insolito per questi pesci abituati a vivere nelle acque fredde. Alcuni studenti dell’istituto hanno deciso di fare un tuffo ed hanno così constatato che la temperatura delle acque in quei giorni aveva raggiunto la soglia record dei 23°C. Anche in questo caso gli studiosi non hanno saputo dare spiegazioni, mentre per alcuni l’insolita presenza del pesce e l’innalzamento della temperatura dell’acqua sono da attribuire ad un anticipo di El Nino, che giunge ciclicamente tra i due e i sette anni. Il banco di acciughe però non è rimasto a lungo in California e giunta la sera è stato visto allontanarsi verso Nord.