Gli OGM possiedono un patrimonio genetico modificato dall’uomo tramite tecniche che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici. Questo processo di manipolazione, perché considerato non naturale, desta preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo e degli animali.
Ci sono rischi per la salute legati all’assunzione di alimenti geneticamente modificati oggi in commercio?
Le piante geneticamente modificate autorizzate in Europa come alimenti e mangimi (una trentina di varietà diverse di mais, soia, barbabietola e colza) sono prevalentemente coltivate da Paesi extra-UE, e una volta importate sono utilizzate quasi esclusivamente come mangimi negli allevamenti di tutti i Paesi dell’UE. La sicurezza alimentare degli organismi geneticamente modificati è garantita da un severo quadro normativo che indica le indagini da effettuare per identificare potenziali rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Prima di autorizzare l’ingresso di questi alimenti e mangimi in Europa, l’UE prevede una procedura di valutazione della sicurezza considerata tra le più restrittive adottate. Tale regolamentazione richiede la realizzazione di diverse tipologie di analisi e un ciclo di controlli che fanno sì che l’iter autorizzativo possa richiedere anche 5 anni. Queste valutazioni vengono effettuate in Europa dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che sulla base dei dossier sviluppati dalle aziende, esprime un parere positivo o negativo o richiede studi integrativi.
Si sono verificati casi di danni per la salute derivanti dall’assunzione di alimenti geneticamente modificati?
Le più prestigiose autorità internazionali (come l’OMS, la FAO, l’EFSA, l’UE, la FDA, ecc.), così come le società scientifiche internazionali, hanno sempre sostenuto la sicurezza alimentare degli OGM attualmente in commercio. Tale convinzione deriva dai risultati dei test scientifici effettuati (nessuno dei quali stabilisce che gli OGM siano tossici) e dall’assenza fino ad oggi di casi osservati di persone ricoverate o che abbiano fatto ricorso a cure mediche specifiche a seguito del consumo di un alimento contenente OGM. Tuttavia, alcune preoccupazioni legate ad eventuali effetti sulla salute dell’uomo permangono. Le principali riguardano: le allergie; la resistenza agli antibiotici; il trasferimento genico.
Nel lungo termine ci possono essere effetti sulla salute che adesso non conosciamo?
Nonostante i risultati confortanti dei test scientifici effettuati e il fatto che non siano stati ad oggi registrati casi di persone ricoverate a seguito del consumo di OGM, occorre tuttavia sottolineare che non esistono veri e propri studi epidemiologici con popolazione target e popolazione di controllo e quindi evidenze empiriche che permettano di stabilire con certezza l’assenza di eventuali effetti a lungo termine. La stessa prevalente destinazione zootecnica della gran parte dei raccolti OGM impedisce di valutare eventuali impatti sanitari sull’uomo derivanti da una prolungata e consistente esposizione ad alimenti geneticamente modificati.
Gli organismi geneticamente modificati possono contribuire ad affrontare e risolvere i problemi di sostenibilità ambientale e di scarsità delle risorse naturali? o, al contrario, costituiscono una minaccia per la biodiversità?
E’ la domanda che sembra registrare il minor grado di convergenza tra gli scienziati e il più alto tasso di incertezza. D’altra parte, la difficoltà di ottenere dati affidabili dipende da due fattori: la natura stessa della ricerca scientifica in campo aperto, che rende difficile isolare cause ed effetti e stabilire le relative correlazioni, in un contesto biologico complesso; le serie storiche di riferimento, che sono ancora troppo brevi. Sui rischi ambientali le opinioni sono divergenti, fatta eccezione per l’aumento della resistenza agli erbicidi. Dall’analisi dei lavori scientifici disponibili, emergono chiaramente alcuni rischi ambientali legati all’introduzione di OGM nell’ambiente, in particolare: perdita di biodiversità; rischio di contaminazione (in particolare nelle aree di origine delle specie); incremento nell’uso di pesticidi/erbicidi; aumento del fenomeno di resistenza agli erbicidi; danni all’habitat naturale per la fauna selvatica. Ad oggi, su nessuno di questi rischi, ad eccezione dei fenomeni emergenti di resistenza agli erbicidi, esiste da parte della comunità scientifica un chiaro consenso.
Gli organismi geneticamente modificati possono costituire una soluzione efficace ai problemi di accesso al cibo nel mondo?
L’accesso al cibo è un problema complesso, che vede in gioco numerose variabili di carattere economico, sociale e politico, intrecciate in un quadro di difficile interpretazione, prima ancora che di intervento. In questo contesto, una singola tecnologia non può avere la pretesa di giocare da sola un ruolo risolutivo nell’affrontare i problemi ancora aperti. Per dare un contributo concreto a questo problema i prodotti dell’ingegneria genetica dovrebbero essere coerenti con la natura della sfida, e dunque capaci di adattarsi alle specificità locali dei diversi contesti regionali. In realtà, gli OGM oggi sul mercato sono stati pensati e sviluppati “all’interno” e “per” modelli agricoli industrializzati ad alta intensità di capitale, con elevate superfici di coltivazione, forte meccanizzazione e un uso intensivo di prodotti agrochimici. I benefici che apportano sono più legati all’effetto di “assicurazione”, che alla possibilità di incrementare in modo determinante le rese produttive. Tendono, inoltre, a rafforzare la vocazione monocolturale di significative regioni del mondo. Oltretutto, è bene ricordare che gli OGM oggi in commercio sono a prevalente destinazione zootecnica, energetica o tessile, e quindi il loro consumo diretto da parte dell’uomo è marginale.
(Fonte: BCFN – Barilla Centre for Food and Nutrition)