La crisi dei consumi domina sui media intrecciata alla crisi dei mercati finanziari. In che rapporto stanno le due crisi? In che misura le incertezze finanziarie impattano sul consumatore? E, in ogni caso, quali percezioni/aspettative guidano oggi il consumatore nella vita quotidiana?
Cerchiamo qualche risposta nel monitoraggio che GfK Eurisko sta conducendo in questo periodo sui Climi Sociali e di Consumo che dominano nel Paese (il riferimento, in particolare è ai numeri di settembre-ottobre)[1].
Quanto impatta la crisi dei mercati finanziari sul Cittadino-Consumatore?
Per quanto presenti all’attenzione di tutti, le turbolenze finanziarie sembrano aver avuto un impatto complessivamente moderato sulla vita degli italiani. Una rilevazione compiuta alla fine (28-31) di ottobre rivela che meno del 20% si sente toccato da questa crisi. Il dato può sorprendere ma non più di tanto, se si pensa che circa due italiani su tre hanno un rapporto elementare, basico con gli strumenti finanziari (possiedono solo un conto corrente, un libretto postale, o addirittura non hanno alcun strumento oltre il denaro liquido). Insomma, dal momento in cui gli organi di governo nazionale e internazionale hanno preso la decisione di garantire la sopravvivenza degli istituti bancari, il problema della crisi delle borse sembra toccare solo quella ristretta porzione della popolazione coinvolta in forme d’investimento più evolute (quali le azioni, le obbligazioni corporated e i fondi derivati).
? La fiducia del Cittadino-Consumatore
Tutto a posto, dunque? Nulla di cui preoccuparsi? Proprio no.
A fine ottobre, la fiducia del consumatore si attesta – in continuità con settembre – ai più bassi livelli registrati in quest’ ultimo decennio.
Il dato appare piuttosto preoccupante perché riguarda soprattutto le aspettative della popolazione per il prossimo futuro.
Veniamo da mesi in cui, tutto sommato, la situazione dei consumi ha mostrato qualche miglioramento (a circa un 10% di italiani è stato possibile migliorare il proprio livello – minimale – di consumo). Oggi sono le prospettive personali e del Paese per i prossimi mesi ad intimorire.
? Cosa abbassa la fiducia del Cittadino-Consumatore?
Ben più delle turbolenze finanziarie sembrano pesare le preoccupazioni sui fondamentali dell’economia personale/familiare: le prospettive di lavoro, le entrate economiche (salari/pensioni). Sono queste le prime richieste di rassicurazione insistentemente rivolte – ormai da anni – all’attenzione del Governo.
E sono queste incertezze a far ritenere oggi preferibile dalla grande maggioranza degli italiani una forte propensione al risparmio anziché al consumo. Come spesso capita nelle situazioni di incertezza economica, la popolazione si mostra più incline a risparmiare/tesaurizzare le proprie risorse invece che a spendere.
Ciò comporta che, al di là delle oggettive ristrettezze economiche, un altro fattore – squisitamente psicologico – induca oggi al contenimento dei consumi sulla base della credenza che “ciò sia meglio per il Paese”, oltreché per se stessi.
? Crisi dei consumi? Crisi sui consumi?
Insomma, la crisi dei consumi oggi sembra prevalentemente indotta da elementi di contesto: (il posto di lavoro, le risorse economiche) e dalle paure/incertezze scatenate da questi elementi. Non appare in crisi il desiderio di consumare né la voglia del consumatore di reagire alla situazione e di provare a migliorarla, se non a ribaltarla.
La disponibilità del consumatore ad essere proattivo non è certamente risolutiva – da sola – delle complessità del quadro socio-economico. Essa, però, segnala una opportunità che può essere colta dagli altri attori (aziende, banche, distribuzione, politica…) per reagire alle criticità di contesto.
Esiste una finestra temporale – presumibilmente limitata – entro cui questa opportunità può essere colta per non aggravare con soggettive predisposizioni al pessimismo un quadro oggettivo già di per sé non facile. Tentar, non nuoce!
[1] Fonte dati
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l'industria a puntato ad aumentare la produzione ,investendo poco,dove lavoro io i numeri in 10 anni sono raddoppiati,con gli stessi impianti ;il problema e vendere tutti quei pezzi , il mercato è saturo