Il basilico greco mi ha sempre sorpresa e incuriosita. Perché i Greci non lo usano per condire i loro cibi eppure lo coltivano ovunque
Basilico miracoloso, quello di Grecia. L’estate è definitivamente archiviata. E’ tornata anche l’ora solare e le giornate si susseguono a colpi di allarmi meteo. Per chi, come me, ama il caldo e il sole è un colpo durissimo e non ci resta che aspettare nove lunghissimi mesi di buio, freddo e nebbie, in attesa che torni il solleone. Una soluzione, però, c’è. Per chi non si arrende, per gli irriducibili adoratori del sole, c’è ancora una speranza: la Grecia, una meta non troppo distante dove l’estate dura più a lungo che da noi. In particolare le isole greche, che sono tante e dove i raggi del sole scaldano fino a Novembre inoltrato.
Io adoro da sempre la Grecia, ho cominciato ad andarci a quattordici anni e non ho mai smesso. L’ho raggiunta in tutti i modi: per nave, in barca, in aereo, con quelle scalcagnate bagnarole che erano i traghetti greci negli anni ’70, in vespa, in macchina, in sacco a pelo. Credo sia il Paese che ho più visitato al mondo, ci sarò andata una quarantina di volte e non mi stanco mai. Perché la Grecia ti entra nel sangue, è il luogo da cui tutti noi Europei proveniamo, sono le nostre radici, la nostra cultura, in particolare quella di noi Italiani, tant’è che la frase che i Greci non si stancano mai di ripetere, quando ci incontrano, è “Italiano mia faza mia raza” che poi vuol dire una sola faccia, una sola razza. E io infatti quando sono in Grecia mi sento a casa, in pace con me stessa.
Ho visitato le sue città, le sue campagne, i suoi monumenti, i suoi incredibili musei, mi sono inerpicata per viottoli sassosi e sono scesa in valli profumati di erbe aromatiche.
Grecia, non solo mare e colori
Ma soprattutto ho amato le sue spiagge e naturalmente le sue isole. Che non si riesce mai a vederle tutte e ne restano sempre da scoprire. Negli ultimi anni ho viaggiato molto nel Dodecanneso, quel gruppo di isole di fronte alla Turchia, più lontane e dunque tranne alcune eccezioni, meno battute. Per caso, una calda estate di qualche anno fa abbiamo scoperto Tilos, un’isoletta a due ore di navigazione da Rodi, ed è stata una scoperta entusiasmante, spiagge semideserte, poco meltèmi, il terribile vento che urla come una donna impazzita e può rovinarti anche la migliore vacanza.
Una Grecia ancora arcaica, quella con le capre per intenderci, che poi è quella che piace a me. E il mare, il suo blu così intenso da essere quasi accecante, quello stesso blu con il quale i Greci dipingono le persiane e i mobili delle loro case.
Il cibo greco, con il basilico come protagonista
E poi c’è il cibo, che è semplice, senza fronzoli, pesce, agnello, le melanzane, lo tzatziki, lo yogurt, pomodori e moussaka, le foglie di vite farcite di riso, gli immancabili cocomeri. Non è certo un cibo raffinato quello greco, e infatti sono in molti a storcere il naso, io invece l’adoro, mi rassicura, mi conforta. E poi ci sono i profumi aspri della macchia mediterranea, lentisco, alloro, la salvia selvatica, la mentuccia, il rosmarino. E il basilico.
Il basilico greco mi ha sempre sorpresa e incuriosita. Perché i Greci non lo usano per condire i loro cibi eppure lo coltivano ovunque. Per loro è una pianta decorativa, da non aggiungere all’ubiqua insalata greca, quella con i pomodori e la feta per capirsi. E non c’è niente da fare, ogni volta che ho provato a suggerire a donne e cuochi di provare ad aggiungerlo ai loro piatti mi hanno guardata come fossi una povera pazza. Il basilico greco è molto più piccolo del nostro e le sue foglie profumatissime, hanno un vago aroma di limone. Io ne raccoglievo grandi mazzi ovunque rubandolo dai vasi che adornano le case, le piazze, i monasteri, e poi, in barba ad ogni pregiudizio greco, ci condivo la loro insalata che è un piatto facilissimo e saporito.
Bastano pomodori maturi e sugosi, un po’ di cipolla affettata fine, qualche peperone verde tagliato a listarelle, le olive greche, nere e carnose e la onnipresente feta, che non assomiglia affatto a quella esposta nei supermercati nostrani che ne è solo una pallida imitazione. In Grecia infatti ce ne sono diversi tipi e hanno tutti in comune un forte gusto caprino. Poi condisco con olio, sale e abbondante pepe. Mescolo bene e il piatto sarebbe pronto. Ma datemi retta aggiungeteci abbondante basilico, sedetevi in riva al mare, e mangiatela lentamente. L’estate vi sembrerà più vicina.