Mercoledì 24 febbraio ore 11, su Zoom: l’incontro/conferenza è stato significativo, specie in questo periodo. La dottoressa Stefania Zazzi (1), che per 40 ha svolto, presso il Comune di Milano, attività come funzionaria dei servizi socio-assistenziali e come Direttore di Comunità, Responsabile di vari servizi socio-sanitari residenziali e semi-residenziali (afferenti agli Assessorati delle Politiche Sociali ) ha avviato per gli amici Grey Panthers un corso di diverse conversazioni su “Territorio e diritto alla salute”. In questo primo incontro il tema è stato:
“Il ruolo del medico di famiglia: compiti e aspettative”
Curarsi non è solo avere il nome di un medico di riferimento e prendere delle medicine, bensì avere un corretto e consapevole rapporto medico-paziente che sia in grado di assicurare tutto il Diritto alla Salute previsto (per legge statale) dal nostro SSN. L’accesso alle cure non deve rispondere unicamente a un “bisogno esistenziale” dato dal mantenersi in vita il più a lungo possibile, bensì mirare per tutto l’arco della vita a una migliore qualità della vita pianificata nelle fasi di salute e senza aspettare le fasi di malattie e/o di emergenza. Tutti noi dobbiamo anche essere preparati all’imprevisto e all’emergenza, situazioni che solo un bagaglio di giuste informazioni, di consapevolezza del proprio profilo sanitario e l’acquisizione di una posizione pro-attiva verso l’ assistenza sanitaria possono assicurare. Tutto questo permette di essere sereni nel rapporto con la Salute e con la Malattia e quindi di avere un nostro individuale senso di “benessere psico-fisico” .
Il tema del primo incontro riguarda la figura del medico di famiglia (mdf) sia nella sua fisionomia professionale sia nel suo ruolo nel contesto socio-sanitario in cui opera. E’ stato esposto esposto in tre parti rappresentate da tre slide. Qui di seguito la registrazione video della conferenza
La prima parte è dedicata a “cosa è utile sapere del nostro medico di famiglia “ partendo dalla certezza che è espressione diretta dell’art. 32 della Costituzione (“la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”). Questo diritto si realizza attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN- lg.833/1978) e si estende quindi a tutte le regioni italiane sia quelle a statuto ordinario sia quello a statuto speciale. Questa è una garanzia di uniformità, anche se le Regioni, avendo ognuno delle specifiche leggi sulla sanità, tendono a seguire dei c.d. Sistemi Sanitari Regionale (SSR). Ad esempio la Lombardia esegue il Sistema Socio Sanitario Lombardo (SSSL) con l’attuale L.R. 23/2015. E’ giusto quindi descrivere il mdf in modo unico, ovvero un libero professionista convenzionato col SSN secondo un Accordo Collettivo Nazionale (ACN) e ampia tutela sindacale secondo differenti sigle. Il mdf ha un mansionario che prevede prestazioni gratuite e a pagamento secondo un tariffario autorizzato dall’Ordine dei Medici regionale. Si tende a limitare il mdf al ruolo di medico di medicina generale per le cure primarie, ovvero gli stati acuti di malattia che escludono il medico specialista, ma questa è una visione molto ristretta . Il mdf ha un’ importante ruolo nella “continuità assistenziale” , ovvero tutto ciò che avviene al di fuori dell’ambulatorio medico , a partire dalla visita al domicilio, al rapporto con gli specialisti, al seguito delle dimissioni ospedaliere e del Pronto Soccorso, al programma della presa in cura dei soggetti cronici ecc.
La seconda parte vuole invitare ad interessarsi di quale tipo di medicina esercita il nostro mdf
La convenzione col SSN prevede che l’attività medica possa essere svolta in un ambulatorio uninominale singolo oppure in un ambulatorio con collegamento on line con altri ambulatori medici distanti (medicina di gruppo) . L’attuale ACN incentiva la medicina di gruppo e la medicina associata, ovvero medici associati in cooperativa e con ambulatori raggruppati a formare dei veri centri poliambulatoriali. Anche la presa in carico dei pazienti cronici è da considerare come un specifico tipo di assistenza medica , anche se ancora in Italia non c’è un Piano Nazionale per la Cronicità che lo renda obbligatorio.
Da oltre 10 anni in Italia è in corso la discussione tra la medicina tradizionale detta Medicina riparativa e la nuova Medicina d’Iniziativa. Mentre la prima prevede le cure solo alla presenza di sintomi di malattia, la seconda insiste per curare in via preventiva in assenza di veri sintomi. Ne consegue che, a questo punto, sta al cittadino “scegliere” che tipo di medicina preferisce e di conseguenza, scegliere con consapevolezza il proprio mdf.
L’ultima parte riguarda il contesto dell’informatica e del digitale , presente in modo progressivo in sanità ormai da oltre 20 anni e che la pandemia da Covid ha portato alla ribalta come rimedio al ”contatto diretto” col paziente. Partendo dall’inizio, va detto che il mdf non è “esonerato” dall’innovazione tecnologica, anzi l’ACN riconosce da tempo un rimborso per l’acquisto di strumenti informatici per lo svolgimento dei molti obblighi amministrativi-burocratici che stanno alla base del rapporto del medico con l’ente della sua sanità regionale, ad es. l’obbligo di dichiarare le malattie infettive. Il tipo di strumentazione e di programma informatico non è, purtroppo, ancora uniformato, salvo per i medici che esercitano la medicina di gruppo e quella associata perché hanno la condivisione delle cartelle cliniche dei pazienti. Idem per il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) che ancora non costituisce un impegno obbligato né per il medico né per gli ospedali. Il cittadino deve comunque sapere cosa s’ intende per Telemedicina esercitata dal proprio mdf e cosa per Teleassistenza, così come sapere come usare le moltitudine di APP sanitarie e distinguerle tra loro.
E’ questa una tematica molto ricca e di grande attualità a seguito del progresso tecnologico, ma non solo per questo. E’ una vera innovazione del fare medicina e del rapporto medico-paziente e che l’esperienza dell’anno 2020 con la pandemia ha accelerato. L’ anno, infatti, si è concluso con una fondamentale disposizione emanata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) attraverso il Ministero della Salute. La Conferenza Stato-Regioni del dicembre 2020 ha approvato le Linee di Indirizzo che regolamentano l’uso della telemedicina in modo omogeneo sul territorio.
Questo importante via libera alla sanità digitale apre nuove competenze e sfide che coinvolgono i Cittadini e il proprio medico di fiducia.