Per il Consigliere nazionale della FNOPI la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità è strategica per i nuovi bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana
“Sosteniamo da tempo il riconoscimento della figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità come figura strategica rispetto ai nuovi bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana e composta da persone con patologie croniche e degenerative.” Lo ha detto il Consigliere nazionale della Fnopi, Carmelo Gagliano, durante l’audizione alla Commissione 10° del Senato, nell’ambito della discussione dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane.
“Inoltre la FNOPI ha sempre sostenuto che per rendere più efficiente il Servizio sanitario nazionale è necessario attivare vere équipe multiprofessionali sociosanitarie dove tutti devono lavorare insieme, ognuno secondo le proprie caratteristiche, ma tutti sullo stesso piano, in un percorso che coinvolga al contempo il paziente, i familiari e i caregiver – ha aggiunto Gagliano -. L’obiettivo è fornire ai cittadini tutto ciò di cui hanno veramente bisogno, disegnando i nuovi modelli organizzativi che siano un continuum tra i diversi momenti che vanno dalla prevenzione, alla diagnosi e la terapia. Infine – ha concluso Gagliano – è necessario adottare una strategia incisiva nella gestione degli operatori di supporto che ora sfuggono al controllo del management infermieristico, attraverso l’istituzione di un registro degli operatori di supporto”.
Chi è l’Infermiere di Famiglia e di Comunità
L’infermiere di famiglia e di comunità è una figura con competenze specialistiche nelle cure primarie e in sanità pubblica e si occuperà di aiutare il paziente a gestire una malattia o una disabilità cronica in stretta sinergia con il medico e con gli operatori della rete ospedaliera e territoriale. Soprattutto a domicilio, nell’ambiente familiare del paziente, dove dovrà monitorare i parametri vitali e le condizioni di salute, controllare che i farmaci siano presi agli orari giusti e in modo corretto, senza dimenticare l’importanza di seguire un’alimentazione equilibrata, aiutando il paziente ad alimentarsi, idratarsi e a fare attività fisica in modo corretto.
Se necessario, poi, darà anche una mano a chi è solo o a chi da solo non ce la fa, attivando il servizio di consegna della spesa a domicilio o di pulizia della casa. Infatti, per quei pazienti che hanno un reale bisogno di aiuto nel compiere anche le più normali attività quotidiane, come appunto fare la spesa o tenere in ordine e pulita la casa, l’IdFC può attivare il Servizio di Assistenza domiciliare dei comuni (SAD), che raggruppa prestazioni socio-assistenziali a supporto di persone in situazioni di disagio o di parziale o totale non autosufficienza.
La figura sanitaria dell’infermiere di famiglia e di comunità entrerà nella vita di persone fragili e con cronicità. Non solo anziani però, ma anche giovani, con patologie quali diabete, scompenso cardiaco, epilessia, artrite reumatoide, bronchite cronica o disturbi cognitivi.