Conti pubblici bloccati nel 2013 e nel 2014. E’ il principale effetto delle previsioni di autunno pubblicate martedì dalla Commissione Europea. L’impatto sulla Legge di Stabilità e sulla seconda rata dell’Imu sarà pesante.
Un colpo durissimo, che inchioda i nostri conti pubblici. E che peserà come un macigno sulla sessione di bilancio che, proprio in questi giorni, entra finalmente nel suo momento cruciale al Senato. Le previsioni di autunno della Commissione europea, rese note martedì mattina da Bruxelles, azzerano gli spazi di manovra del Governo per il 2013 e riducono moltissimo quelli previsti per il 2014. Il risultato è che la cancellazione della seconda rata dell’Imu resta appesa a un filo, così come le modifiche più sostanziose ipotizzate per la legge di Stabilità.
Bilancio congelato nel 2013
Tutte le previsioni di Bruxelles sono condizionate al rispetto degli interventi finora approvati. Quindi, se si sposta qualche virgola il castello potrebbe crollare. Per il 2013 le stime della Commissione bloccano i conti italiani: il nostro deficit è stimato al 3%, raggiunto con fatica dopo una manovrina di correzione dei bilanci da 1,6 miliardi. L’andamento negativo del Pil (-1,8% nell’anno in corso) non ci permette voli pindarici. Insomma, non è più possibile spendere nemmeno un euro.
Pagamento inevitabile
Così le stime della Dg Affari economici della Commissione mettono a repentaglio soprattutto una misura: il taglio della seconda rata dell’Imu. L’intervento costerebbe 2,4 miliardi di euro, che è impossibile finanziare con nuovo deficit. Neppure la strada di imporre nuove tasse viene valutata dal Governo. Che, di fatto, ha un mese per inventarsi soluzioni fantasiose. Le ipotesi più accreditate sono due: la rivalutazione delle quote detenute dagli istituti di credito nella Banca d’Italia e l’aumento degli acconti fiscali destinati alle banche per il 2013. Coprire l’intera somma, però, sarà molto difficile. Tanto che da via XX settembre comincia a farsi largo la voce che sarà inevitabile pagare almeno una parte della seconda rata dell’imposta.
Pochi margini nel 2014
L’altra complicazione arriva sulla Legge di Stabilità. Giovedì mattina scade il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione: le ore immediatamente precedenti la scadenza sono decisive per giocare la partita delle modifiche. Il quadro che si trovano davanti i senatori, dopo le previsioni di Bruxelles, è notevolmente più complesso rispetto a pochi giorni fa. L’Italia, infatti, aveva ipotizzato, a margine della manovra, un deficit del 2,5%, che lasciava spazi per qualche intervento ulteriore nel corso del 2014. La coperta, secondo la Commissione, è invece parecchio più corta: le proiezioni sul rapporto deficit/Pil ci danno al 2,7 per cento. Se a questo sommiamo che la crescita del prossimo anno potrebbe tranquillamente essere inferiore alle attese (+0,7%), Roma si trova di colpo già vicinissima al tetto imposto dall’Europa.
Legge di Stabilità, modifiche difficili
Sfuma così l’ipotesi che stava prendendo corpo alla vigilia delle previsioni d’autunno: utilizzare una parte di quel deficit per potenziare qualcuna delle misure messe in campo dalla manovra. L’idea era quella di destinare un paio di miliardi extra al taglio del cuneo fiscale, come richiesto da imprese e sindacati, per dare ai lavoratori qualcosa in più dei famigerati 14 euro in busta paga. L’unico intervento certo resta così l’introduzione delle detrazioni sulla service tax, la Trise. Il tetto sarà fissato a 50 o 100 euro e sarà compensato attraverso la manovrabilità delle aliquote da parte dei Comuni.
Fonte: http://www.euractiv.it