A prima impressione sembrerebbe esserci una distonia tra le ricerche delle aziende e quelli di chi è a caccia di un impiego. Scrive un’indagine di Adecco Italia sui social media che le imprese puntano su LinkedIn per trovare professionisti qualificati, mentre i candidati privilegiano Facebook.
Rileva ancora Adecco che solo una piccola parte dei lavoratori utilizza i social network in forma premium (a pagamento), nonostante questa modalità aumenti considerevolmente la possibilità di essere contattato e trovare un’occupazione (il 19% degli intervistati ha trovato lavoro con gli strumenti premium, contro il 10% di chi usa i social media).
Soprattutto – pur essendo l’Italia un paese all’avanguardia in ambito social – sono ancora pochi coloro i quali utilizzano il web 2.0 come canale di ricerca di un impiego, tanto che circa il 62% degli intervistati (su circa 9.100 in tutta Italia) non ha mai inviato candidature in risposta ad annunci pubblicati.
Altro mito da smentire? Quello secondo il quale gli over 45 rifuggano dai social network. Al contrario sono proprio loro ad affidarsi maggiormente alla ricerca di un lavoro attraverso LinkedIn, Facebook e Twitter. E’ questa fascia d’età ad inviare più curricula, persino di più rispetto alla fascia di età compresa tra i 26 e i 39 anni.
Sul fronte dei recruiter la diapositiva scattata da Adecco fotografa un’attenzione via via maggiore da parte degli human resources manager, anche se solo un terzo di essi porta avanti un percorso di selezione prendendo in esame i comportamenti social dei candidati.
Ecco perché assume sempre maggiore rilevanza avere un profilo professionale online curato e aggiornato. Come osserva Silvia Zanella, manager in marketing e comunicazione di Adecco Italia, secondo la quale il web 2.0 “rappresenta un’ulteriore evoluzione rispetto ai mezzi di recruting online ed è perciò necessario conoscerli e farli propri”.
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