L’età per la pensione di vecchiaia nel 2019 salirà a 67 anni, mentre per la pensione anticipata saranno necessari 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne: è la conseguenza dell’innalzamento dell’aspettativa di vita di cinque mesi confermata dall’ISTAT. Ci sarà quindi il conseguente scatto di aumento dei requisiti per andare in pensione, previsto per il 2019, pari appunto a cinque mesi.
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Ecco precisamente come cambia l’età pensionabile dal 2019:
- pensione di vecchiaia: 67 anni per tutti (dipendenti, autonomi, uomini e donne). Attualmente il requisito è pari a 66 anni e sette mesi;
- pensione anticipata: 43 anni e tre mesi per gli uomini (che attualmente vanno in pensione a 42 anni e dieci mesi), e 42 anni e tre mesi per le donne (che al momento si ritirano con 41 anni e dieci mesi);
- pensione anticipata precoci: passa a 41 anni e cinque mesi. Attualmente il requisito è pari a 41 anni. Ricordiamo che è necessario possedere tutti gli altri requisiti per essere considerati lavoratori precoci, in base a quanto previsto dalla finanziaria dell’anno scorso;
- assegno sociale: 67 anni (attualmente il requisito è a 65 anni e sette mesi, ma salirà di un anno nel 2018);
- pensione lavoratori usuranti: requisito invariato, la finanziaria 2017 congela gli scatti alle aspettative di vita fino al 2026. Quindi, quota 97,6 per i lavoratori dipendenti, 98,6 per i lavoratori autonomi, da 98,6 a 100,6 per i lavoratori notturni.
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Ricordiamo che i sindacati chiedono al Governo di bloccare gli adeguamenti automatici dell’età pensionabile alle aspettative di vita, ma la richiesta al momento non ha raccolto il consenso dell’esecutivo (che non l’ha inserita nelle misure di Riforma Pensioni previste dalla manovra 2018).
I contributi figurativi concorrono alla maturazione del requisito per la pensione anticipata, quindi anche in cassa integrazione o in NASpI la si può agganciare: attenzione anche in questo caso all’innalzamento del requisito contributivo dal 2019.