Secondo una relazione approvata oggi dalla Commissione europea, nel 2012 il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) ha fornito sostegno nella ricerca di nuove opportunità di impiego a complessivamente 15 700 lavoratori licenziati in seguito alla crisi economica e agli effetti della globalizzazione. Il FEG ha erogato più di 73,5 milioni di euro destinati all’assistenza dei lavoratori in 11 Stati Membri (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Romania, Spagna e Svezia). A questo importo si aggiungono altri 51,7 milioni di euro provenienti da risorse nazionali.
Il FEG finanzia misure concrete che aiutano i lavoratori licenziati a migliorare la propria occupabilità e a trovare nuove opportunità di impiego. Il FEG offre inoltre il vantaggio di poter essere utilizzato per il finanziamento di misure adattate alla specifica situazione dei lavoratori interessati. Le misure comprendono:
- un’assistenza intensa e personalizzata nella ricerca di un impiego
- vari tipi di formazione professionale, di miglioramento delle competenze e di riqualificazione
- incentivi e indennità temporanei per la durata delle misure
- un sostegno alla creazione di imprese
- mentoring
- regimi pubblici a favore dell’occupazione
Dalla relazione risulta che, al termine del periodo di assistenza, la metà dei lavoratori (14 333 lavoratori su 28 662) che avevano preso parte a una delle 41 iniziative del FEG, portate a termine negli anni precedenti, avevano trovato un nuovo impiego o svolgevano un’attività autonoma, mentre altre 1 069 persone seguivano corsi di studi o di formazione finalizzati a migliorare la loro occupabilità.
I risultati in termini di reinserimento professionale sono incoraggianti, se si considera la difficile situazione occupazionale attuale e il fatto che il FEG fornisce sostegno a lavoratori che si trovano in situazioni particolarmente difficili caratterizzate da licenziamenti di massa che colpiscono un determinato territorio; inoltre il suo sostegno di solito è destinato ai lavoratori con maggiori difficoltà sul mercato del lavoro, come le persone meno qualificate e le categorie di disoccupati più svantaggiate.