Rispetto al passato il mondo del lavoro è radicalmente cambiato, le carriere lavorative sono diventate notevolmente più frammentate e discontinue: elementi che si riflettono sui contributi previdenziali versati e dal Governo ancora tardano ad arrivare soluzioni pensate per consentire la ricongiunzione contributiva non onerosa. Ancora una volta l’Esecutivo ha rinviato l’intervento per eliminare gli oneri della riunificazione dei contributi versati in più di una Gestione previdenziale obbligatoria, slittato insieme a quello sulla flessibilità in uscita.
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Ricordiamo che in passato il Governo era intervenuto su questo tema con una misura contenuta nella Legge di Stabilità 2013 (legge 228/2012) che consentiva il cumulo gratuito dei periodi di contribuzione presenti in tutte le Gestioni previdenziali dell’INPS, con la sola esclusione delle casse professionali.
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Intervento che però presenta non pochi limiti: può essere utilizzato solo per il conseguimento della pensione di vecchiaia, non per raggiungere i requisiti contributivi utili alla pensione anticipata, con la condizione che in nessuna delle Gestioni coinvolte nel cumulo sia stato raggiunto il requisito di 20 anni di contributi. Vincoli che di fatto restringono, e di molto, la platea dei beneficiari.
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Ora tutte le speranze dei lavoratori discontinui sono riposte nella Commissione Lavoro della Camera, dove sono state presentate numerose proposte di legge e dove Maria Luisa Gnecchi (Pd) ha annunciato che nei prossimi giorni verrà chiesta un’audizione all’INPS sul tema al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con l’obiettivo di individuare una soluzione definitiva a questo problema ormai ampiamente diffuso.
(Fonte: pmi.it)