Boom di pensioni anticipate nel primo semestre 2015 per tutte le categorie di lavoratori, con numeri particolarmente consistenti relativi ad artigiani (triplicate rispetto all’analogo periodo 2014): i dati si ricavano dal consueto monitoraggio INPS sull’andamento delle pensioni. L’impennata delle pensioni anticipate 2015 è l’onda lunga della Riforma Fornero (legge 214/2011) che, spiega l’istituto di previdenza,«ha causato un blocco dei pensionamenti di anzianità incrementando notevolmente i requisiti contributivi per il diritto alla pensione anticipata, e in seguito alla quale, pertanto, solo ora un numero consistente di soggetti ha potuto raggiungere la maggiore anzianità richiesta per questo tipo di trattamento».
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Al 2 luglio, il totale delle pensioni dei lavoratori dipendenti liquidate nel 2014 è pari a 256.580, mentre nei primi sei mesi del 2015 i trattamenti sono 104.106. Il complesso delle gestioni dei lavoratori autonomi ha liquidato 164.309 pensioni con decorrenza 2014 e 86.716 con decorrenza 2015.
La componente pensioni di anzianità/anticipate registra impennate sia fra i dipendenti (il 34%nel primo semestre 2015 e il 22% nel 2014) sia fra gli autonomi (dove la quota passa dal 17 al 25%). Gli incrementi delle pensioni anticipate sono ancor più evidenti per le gestioni degli artigiani, triplicate rispetto all’analogo periodo 2014, mentre dipendenti e commercianti fanno registrare un raddoppio.
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Questo, si legge nel monitoraggio, dipende dalle novità introdotte dalla Riforma Fornero: fino al 2011, il diritto alla pensione di anzianità si raggiungeva con 40 anni di contributi o con il sistema delle quote. La riforma ha alzato i paletti, soprattutto per chi intendeva utilizzare il sistema delle quote (che richiedeva 35 anni di contributi ai quali bisogna poi sommare l’età, per raggiungere la quota che consente la pensione anticipata), introducendo il requisito minimo di 60 anni per i dipendenti e 61 per gli autonomi. Risultato: coloro i quali non sono riusciti ad agganciare la quota a fine 2011, pur in presenza di anzianità elevata (comunque sotto i 40 anni di contributi),«hanno cominciato quest’anno a raggiungere in misura consistente i 42 anni e 6 mesi di anzianità richiesti dal trattamento anticipato».
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Altro dato evidenziato dal monitoraggio INPS è il notevole incremento dei trattamenti di anzianità legati alla scelta dell’opzione donna (consentita fino alla fine del 2015).