Il passaggio alla professione autonoma è una delle possibilità che appare oggi nelle opportunità dei senior di grande esperienza e competenza. Complici fenomeni generali come il disallineamento delle competenze (mismatch), cioè l’incongruenza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai lavoratori, e le questioni demografiche
Le questioni demografiche, infatti, portano a una minor entrata di persone nel mondo del lavoro rispetto alle uscite. Così il senior, in vista della pensione o puntando a lavorare oltre a essa, ricopre oggi un ruolo di rilievo e può valorizzare più che mai tutte le competenze acquisite, anche passando alla professione autonoma, dedicandosi alla consulenza o alla micro imprenditorialità.
Come realizzare questo passaggio e quali fasi tenere in considerazione?
Innanzitutto bisogna riflettere sulle motivazioni di questa scelta. Da un lato il lavoro autonomo può portare a diversi benefici, come una gestione autonoma del tempo, ma dall’altro porta con sé un gran numero di attività e responsabilità. La condizione autonoma comporta un nuovo equilibrio economico e di vita e richiede una mentalità diversa rispetto al lavoro dipendente. Bisogna capire, quindi, quali sono i valori, i bisogni e desideri che la persona vuole soddisfare, perché queste motivazioni saranno le leve per affrontare anche i momenti più difficili.
Per lo stesso motivo, bisogna essere convinti rispetto all’idea imprenditoriale che si vuole portare avanti. Seguire ciecamente le tendenze di mercato o la visione di qualcun altro, senza tenere presente ciò che si sente proprio e in cui si crede davvero, rischia di rivelarsi controproducente specie nei momenti di difficoltà.
L’idea imprenditoriale, però, non deve però essere vista come immutabile. Ostinarsi sull’idea di partenza, senza considerare possibili mutamenti, dovuti, per esempio, a evoluzioni del mercato, può essere, infatti ,altrettanto deleterio. Insieme alla consapevolezza sulle motivazioni, è necessario compiere una profonda e ampia autoanalisi delle proprie capacità, abilità e competenze per poter comprendere la possibile spendibilità delle proprie caratteristiche personali e professionali all’interno di un percorso autonomo. La valutazione, che può essere assistita anche attraverso consulenze adeguate, deve vertere principalmente su cinque elementi:
- Le competenze distintive da poter offrire sul mercato, con punti di forza e aree di miglioramento
- I contatti professionali maturati nel tempo, riflettendo sulla qualità e sulla forza di questi contatti.
- Il livello di autonomia della persona
- Le capacità organizzative che la persona possiede
- Come la persona gestisce l’imprevisto.
Non va dimenticato, però, che, in un mondo in cui il cambiamento repentino è ormai parte della quotidianità, è fondamentale rimanere sempre aggiornati dal punto di vista delle competenze e non è inusuale dover apprendere nuove abilità, anche in momenti di seniority più avanzata, per poter progredire col proprio progetto professionale, che sia dipendente o autonomo.
Una volta definite le motivazioni e aver appurato di possedere, o aver sviluppato, le caratteristiche adatte per un progetto autonomo, arriva il momento di riflettere sull’effettiva proposizione al mercato, quindi ragionare su quale sarà il prodotto o il servizio offerto, in che modalità e quali saranno gli elementi distintivi della propria attività. Un modello di gestione strategica come il Business model canvas può tornare utile in questa fase e non bisogna sottovalutare tutte le attività di analisi di mercato e dei competitor, per definire un target preciso e realistico e comprendere come la propria idea possa inserirsi nel mercato.
Da questo punto di vista, un errore che viene troppo spesso commesso è quello di non volersi confrontare con altri, per il timore che la propria idea possa essere copiata. Il confronto è, invece, uno degli strumenti più utili per capire realmente le possibilità di successo dell’idea, così come le modalità migliori per portarla sul mercato, commercializzarla e pubblicizzarla.
Altro aspetto fondamentale di un’attività autonoma riguarda la comunicazione del proprio personal brand e della propria attività. Accreditarsi e farsi conoscere sono iniziative necessarie che vanno pensate e messe in atto prima ancora dell’inizio vero e proprio dell’attività. L’approccio al networking e alle relazioni, la definizione dei canali di comunicazione più appropriati e un uso consapevole ed efficace dei social sono alcuni degli elementi da tenere in considerazione.
Queste attività rientrano comunque all’interno di un’ulteriore fase, che è quella di definire un piano di lavoro più concreto, che possa servire da bussola di riferimento, anche come strumento verso soci o partner, e che possa evolvere poi in un vero e proprio business plan.
In questo momento è vitale preoccuparsi anche delle questioni fiscali e previdenziali, anche attraverso consulenze specifiche, così da definire le migliori forme fiscali per il proprio progetto e ragionare sulla propria continuità retribuiva e soprattutto contributiva, essenziale in un’ottica pensionistica. Il passaggio dall’attività dipendente a quella autonoma è un cambiamento non semplice, che richiede molto impegno, dedizione e anche tempo. È fondamentale essere consapevoli che non bisogna improvvisare e che non si tratta di un ripiego. È un cambiamento che va progettato con cura, valutandone con lucidità la fattibilità, la possibile tenuta nel tempo e costruendo basi e credibilità in anticipo.
Riassumendo, per passare all’attività autonoma, dunque è fondamentale:
1. Acquisire consapevolezza delle proprie motivazioni e delle proprie abilità
2. Definire una proposizione al mercato ragionata, basata su un’idea in che si sente propria e che tenga in considerazione il mercato stesso
3. Stilare un progetto effettivo, anche attraverso l’uso di strumenti e consulenze, che valuti tutti gli aspetti della nuova attività, da quelli comunicativi a quelli fiscali.
di Cetti Galante
Al centro dell’asse portante della sua azione quotidiana e delle sue specializzazioni ci sono: la possibilità di occupazione delle persone, la spendibilità delle singole competenze, la proattività di ciascuno, accompagnate dal senso di responsabilità del proprio sviluppo, dalla gestione delle ristrutturazioni aziendali e delle politiche attive nel mondo del lavoro.