Il senior dalla grande esperienza e competenza deve essere valorizzato come protagonista del contesto professionale. Si riflette su una nuova stagione lavorativa, nella quale la persona vicina alla pensione ha a disposizione una gran quantità di opportunità
L’allungamento della vita media a fronte di importi pensionistici sempre più bassi – per cause retributive, contributive e motivazioni come l’erosione inflazionistica – ci porta a dover ridefinire diversi aspetti della vita, a partire dalle modalità e dai tempi della pensione, senza trascurare la possibilità di rimanere attivi professionalmente anche dopo il pensionamento.
In un contesto in cui la normativa di riferimento è in continua trasformazione, risulta fondamentale monitorare la propria situazione previdenziale, al fine di pianificare e garantire una continuità contributiva a prescindere da possibili situazioni lavorative più instabili o discontinue. I senior dovrebbero sempre approcciarsi a consulenze previdenziali, in grado da un lato di aiutare questa pianificazione e dall’altro di fornire tutte le informazioni utili sugli effettivi requisiti per la pensione, considerando anche le diverse possibilità quali pensioni anticipate, riscatti laurea o versamenti volontari.
Riguardo la progettualità della propria longevità, occorre tenere in considerazione i 3 capitali personali in gioco: quello fisico, quello finanziario e quello delle competenze. Il primo si riferisce alla salute della persona, gli altri due sono strettamente legati, poiché il capitale delle competenze rappresenta la consapevolezza delle proprie abilità lette come capacità di produrre reddito finché necessario per la propria pianificazione. Fondamentale è, quindi, investire nella propria formazione in maniera costante, per rimanere aggiornati sulle competenze richieste e per mantenersi spendibili nel mondo del lavoro. In quest’ottica, il senior può, oltre alle diverse offerte formative proposte dalle aziende e no, usare la propria esperienza per comprendere come stia evolvendo il proprio ruolo e il proprio settore e indirizzarsi così nell’aggiornamento o sviluppo delle possibili competenze tecniche del ruolo, senza tralasciare, però, le diverse competenze trasversali. Per la popolazione senior si può, per esempio, pensare a competenze relazionali e a quella che viene definita come mentalità digitale: una propensione al cambiamento in termini di adozione degli strumenti digitali.
Il momento attuale è comunque molto interessante per la popolazione senior. Il disallineamento delle competenze (mismatch), cioè l’incongruenza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai lavoratori, insieme al fenomeno della people scarcity, cioè l’invecchiamento generale della popolazione che porta a un numero di uscite dal mercato del lavoro superiore a quello di entrate, condizionano il mondo del lavoro, portando a un necessario capovolgimento di approccio e mentalità. Il senior dalla grande esperienza e competenza deve essere valorizzato come protagonista del contesto professionale e non visto come popolazione da prepensionare il prima possibile. Si riflette allora su una nuova stagione lavorativa, nella quale la persona vicina alla pensione ha a disposizione una gran quantità di opportunità, come per esempio:
- la possibilità di diventare un mentore per figure junior o successori,
- avviare startup a partire da business nascenti dall’azienda,
- lavorare su progetti di sviluppo organizzativo o svolgere la stessa funzione per più realtà.
Queste possibilità stanno cominciando a delinearsi e sono spesso valutabili anche con diverse forme di contratto, capaci di andare incontro alle esigenze del senior. E’ il caso di lavoro a tempo indeterminato, determinato, part time e spesso anche di professione autonoma. Rispetto a queste alternative, diventa importante valutare l’impatto della scelta contrattuale sulla propria situazione pensionistica, in un’ottica di continuità contributiva soprattutto se ci si pone l’obiettivo di accedere al pensionamento anticipato.
Se si fosse intenzionati a perseguire un’attività autonoma, allora una consulenza previdenziale, consigliata a priori, potrebbe aiutare nell’orientarsi tra i versamenti contributivi in Gestione Separata e quelli in Gestione Commercianti, dove una continuità contributiva è più facile da ottenere e per la quale il riscatto laurea può essere molto conveniente.
Ma non finisce qui. In un mondo in cui si può arrivare a vivere anche 30 anni dopo il pensionamento, mantenersi attivi professionalmente oltre la pensione è un’opzione da tenere in considerazione. La pensione consente infatti di dedicarsi a ciò che si vuole fare, impostando il proprio ritmo e occupandosi in prima persona del proprio equilibrio vita-lavoro. Occorre in prima battuta ragionare rispetto alla propria situazione pensionistica e determinare le proprie necessità in termini di stile di vita che si vuole avere, di interessi personali che si vogliono perseguire e di doveri da rispettare, così come tenere sempre presente la condizione di salute propria e delle persone di cui ci si prende cura. Sulla base di questi elementi si può allora riflettere su ciò che è possibile e saggio fare professionalmente. Può quindi essere utile ragionare la propria longevità e la propria situazione previdenziale considerando la pensione come una nuova fase della vita lavorativa e non solo come un punto di arrivo.
L’idea di lavorare dopo la pensione può perfino essere parte della pianificazione precedente al pensionamento, ma non deve essere vista come un’alternativa alle pensioni integrative. Queste rappresentano una garanzia per la persona, la quale potrebbe trovarsi, a differenza di quanto programmato, a non poter lavorare oltre alla pensione. Avvicinandosi alla pensione, o addirittura superandola, gli scenari e le opportunità che si presentano al senior sono molteplici e variegati. L’importante rimane avere consapevolezza del proprio percorso, dei propri bisogni e dei propri desideri, magari affacciandosi a quegli strumenti, come le consulenze previdenziali, capaci di fornire tutte le informazioni utili e gli strumenti necessari
Riassumendo, dunque è fondamentale:
- Monitorare la propria situazione previdenziale e pianificare una continuità contributiva, anche
attraverso consulenze previdenziali - Mantenere aggiornato il proprio capitale delle competenze, quindi le proprie abilità e competenze
intese come capacità di produrre reddito finché necessario - Valutare le diverse opzioni lavorative, anche dopo il pensionamento, che permettano di incontrare
le necessità della persona, mantenendo continuità contributiva per il tempo necessario.
di Cetti Galante
Cetti Galante CEO e Practice Area Leader di INTOO, membro del Board di Gi Group Holding, ex Presidente di AISO (2014-2019) e dal 2016 Presidente dell’organizzazione globale specializzata nella ricollocazione professionale che INTOO (e Cetti Galante in prima persona) hanno contribuito a creare. Nel suo approccio professionale, promuove il mettersi in discussione, la formazione permanente e la curiosità verso l’innovazione.
Al centro dell’asse portante della sua azione quotidiana e delle sue specializzazioni ci sono: la possibilità di occupazione delle persone, la spendibilità delle singole competenze, la proattività di ciascuno, accompagnate dal senso di responsabilità del proprio sviluppo, dalla gestione delle ristrutturazioni aziendali e delle politiche attive nel mondo del lavoro.