Un orario flessibile e un ufficio “virtuale” permetterebbero a oltre il 90% delle donne di tutto il mondo di non dover rinunciare al proprio posto di lavoro dopo la gravidanza. A sostenerlo è uno studio pubblicato da Regus in occasione della festa della donna e condotto interpellando oltre 26 mila tra professionisti e piccoli imprenditori di tutto il mondo: più di un intervistato su dieci ha infatti riconosciuto non solo che la possibilità di avere un orario più elastico permetterebbe alla donna di svolgere pienamente il suo ruolo di madre, ma anche che collaborare da un ufficio più vicino almeno per parte dell’orario di lavoro darebbe alle aziende la possibilità di avvalersi di una forza lavoro preziosa. Non solo: per l’85% degli intervistati avere un asilo nido nelle vicinanze del luogo di lavoro favorirebbe il rientro delle neo mamme.
Le aziende italiane non pare abbiano accolto appieno però questo tipo di esigenze di lavoro: secondo un precedente sondaggio pubblicato dal leader di soluzioni per ufficio, i tre quarti delle imprese non promuovono né premiano i manager che incoraggiano la creazione di una forza di lavoro flessibile.
Gli studi più recenti hanno mostrato come ruolo delle donne nella creazione di ricchezza per un Paese sia molto importante non solo nelle nazioni che stanno vivendo un boom economico, come Cina e India, ma anche nelle economie mature: secondo quanto scritto in uno studio del World Economic Forum, se gli stipendi delle donne raggiungessero quelli degli uomini, il Pil ne gioverebbe notevolmente: negli Usa del 9%, nell’Ue del 13%, in Giappone del 16%.
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Questo intervento è assolutamente onesto, e utile. Moltissime donne si ritrovano ad affrontare sia la gravidanza che la paura di perdere il proprio lavoro. E' una cosa assurda. In questo modo a trarne vantaggio sono in due: sia il datore di lavoro che l'impiegata.