La Ricerca del Lavoro

Come si cerca lavoro? Lo dicono gli esperti: “Presentatevi in 4 righe e no al cv europeo”

di Giulia Cimpanelli

Cercare lavoro di questi tempi è un’impresa ardua. Lo dimostrano i dati AlmaLaurea. Il mercato fatica ad assorbire i laureati: tra il 2007 e il 2010, il numero di chi ha trovato un impiego a un anno dalla triennale è calato del 9%, mentre per i dottori di specialistica dell’8%. Abbiamo intervistato tre esperti del mondo del coaching, del recruiting e della formazione e chiesto loro consigli pratici per trovare occupazione. Tutti sono partiti da un punto: cercare lavoro è un vero e proprio lavoro.

Massimo Bandinelli, business & life coach

Come affrontare la ricerca del lavoro in un momento così difficile?
«Fondamentale costruirsi un mind set adeguato: se è difficile trovare lavoro, è anche vero che molti giovani rifiutano posizioni a tempo indeterminato perché reputano troppo bassi i compensi».
Quale propensione mentale è necessario avere?
«Di grande apertura, evitando del tutto la rigidità».
È giusto che un giovane accetti la prima posizione per cui lo selezionano?
«Se si può permettere di rifiutare, meglio che non accetti. É necessario avere chiaro quel che si vuole e ciò che si ha da offrire».
Come?
«Chiedendosi: “Quali sono le mie competenze? A chi possono interessare?”».
E gli obiettivi? Come crearsene di certi e realistici?
«Costruendosi una vision personale domandandosi: “Come mi vedo tra due anni? A che pro ho studiato?”».
Ma come mettere in pratica questa preparazione nella realtà?
«Preparandosi un piano: è fondamentale informarsi, parlare e chiedere. E capire che cercare un’occupazione è un vero e proprio lavoro».
Quali sono i canali da non trascurare?
«Fondamentali cinque step: networking personale, inserzioni, head hunter, società di selezione e autocandidature. E social network come LinkedIn, indispensabili per farsi conoscere».

Marco Cammelli, trainer e professore all’Università di Bologna e direttore di Almalaurea

Qual è il diktat da seguire nel campo della formazione personale in un periodo come questo?
«Studiare, studiare, studiare. Meglio un disoccupato consapevole che supererà il momento di difficoltà comprendendolo che uno che non ha nemmeno gli strumenti. E poi ricordiamoci che ai laureati sta comunque andando meglio che ai diplomati».
Consiglia di proseguire gli studi con master e specializzazioni?
«Non necessariamente. Spesso il master diventa un “parcheggio” in un momento in cui è difficile trovare lavoro. È giusto fare un percorso simile, ma anche focalizzarsi su altre esperienze fondamentali».
Per esempio?
«Lo stage durante gli studi. Le statistiche dimostrano che chi ha fatto un tirocinio ha il 14% di condizione occupazionale in più di chi non l’ha fatto. Dovrebbe diventare obbligatorio in tutti i corsi di laurea».
Oltre a questo?
«L’esperienza all’estero è considerata da tutte le aziende uno step importantissimo e di crescita eccezionale. Quando scegliete un corso, controllate le percentuali che attestano la possibilità di fare l’Erasmus».
E per la ricerca del lavoro, cosa consiglia?
«Non smettete mai di cercare, impegnatevi e siate determinati. C’è un proverbio che lo dice: “Bussate e vi sarà dato”».

Roberto Zecchino, direttore risorse umane e organizzazione Bosch Italia

Partiamo dal curriculum vitae. Come prepararlo?
«Per un neolaureato massimo una pagina con informazioni sulle proprie competenze e le proprie inclinazioni e una foto professionale. Da evitare assolutamente il formato europeo».
E la lettera di presentazione?
«Dev’essere breve, le aziende ricevono migliaia di cv: quattro righe che esprimano l’orientamento sulla carriera ambita».
Come prepararsi al colloquio?
«È fondamentale arrivare con una conoscenza di base sull’azienda».
Cosa mettere in risalto di se stessi?
«Raccontare le proprie esperienze di studio valorizzando eventuali periodi all’estero e esperienze extracurriculari come stage, lavoretti o volontariato».
E sulle aspettative per il proprio futuro, come sbilanciarsi?
«Dimostrare di avere chiaro l’orientamento di quello che potrebbe essere il vostro futuro percorso professionale».
Quali sono le qualità ricercate dalle aziende in una giovane risorsa?
«La capacità di lavorare in team, la curiosità, la capacità di adattarsi al cambiamento, il rispetto delle differenze culturali e di genere».
Quale infine l’errore da evitare?
«Quello di non essere se stessi e di “gonfiare” il proprio cv con competenze che non avete. Le bugie, nei colloqui, hanno le gambe corte!».

Articolo pubblicato sul n. 10 di Walk on Job aprile-maggio 2012

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