La “Notte Bianca delle edicole” è stata promossa, lo scorso gennaio, da SI.NA.GI. (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia). L’iniziativa ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica, il mondo politico e le amministrazioni locali sul grande valore sociale, culturale e democratico delle edicole, veri e propri presidi indispensabili nel territorio.
“Per prima cosa non siamo dei commercianti “- spiega Amilcare Digiuni della segreteria nazionale SI.NA.GI. – “il nostro prodotto è di cultura, informazione, democrazia. Ultimamente per sopravvivere stiamo cercando di ampliare la nostra merceologia, mantenendo, però, prioritaria la vendita dei giornali. Chiediamo che gli editori si siedano con noi a un tavolo per il rinnovo dell’accordo nazionale che è scaduto da dieci anni. Speriamo che il Governo si faccia parte attiva per portare gli editori alla trattativa. Si deve trovare una formula che vincoli editori e distributori a ottemperare ai futuri accordi”.
Le gravi difficoltà economiche dell’editoria e dei giornali sono indiscutibili e colpiscono tutta la catena editoriale, le cifre parlano chiaro ogni giorno 3-4 edicole chiudono i battenti per sempre. Le previsione in Italia per questo anno sono preoccupanti: 1000- 1500 rivendite scompariranno. Per questo si è svolta lo scorso gennaio la notte bianca delle edicole, che sono in grande affanno. Nella rivendita di piazzale Lagosta di Milano dove si è svolta la manifestazione milanese, Luana Frediani, la titolare, entra nel dettaglio delle difficoltà gestionali di una rivendita. “Ci servono provvigioni più alte di quelle attuali e vorremmo che le sovvenzioni statali previste per gli editoria siano estese anche agli edicolanti che fanno parte della filiera editoriale. Per quanto riguarda le multifunzioni, tante edicole sono già attive con ritiro pacchi, bollettini postali, ricariche, biglietti ATM, ma le provvigioni al 3% non si traducono in un guadagno sufficiente per coprire le nostre spese”.
Insomma una situazione difficile da migliorare, ma per fortuna non tutti si arrendono e la creatività italiana sta cercando nuove idee. Per esempio a Milano da dicembre 2019 è rinata una edicola in via Plinio “Edicole QUISCO” con molti servizi simile a quelli già citati : vende e procura libri con uno sconto del 15%, offre servizi di consegna a domicilio di giornali e riviste in abbonamento, pagamento bollette e bolli auto, fotocopie e stampa di documenti e certificati del Comune di Milano.
Un’altra idea interessante arriva dalla Regione Lazio che ha recentemente rivoluzionato l’idea di edicola permettendo l’erogazione di numerosi servizi, come quelli già citati per la Lombardia, ma anche la rivendita di cibi confezionati. A Roma vicino al Vaticano l‘Edicola Romana Non Ordinaria gestita da quattro giovani offre per ora aperitivi analcolici e qualche snack. In attesa di avere anche il permesso di vendere alcolici. Gli edicolanti però confidano in una maggiore attenzione da parte del Governo per avere riforme, coperture finanziarie e investimenti, non bastano le iniziative individuali e la multifunzionalità.
“Le edicole svolgono nel nostro Paese una funzione di interesse pubblico, assicurando la distribuzione dell’informazione plurale e universale. Una funzione che merita certamente di essere riconosciuta e tutelata”. Ad affermarlo, in una nota, Andrea Martella, il sottosegretario all’editoria, a proposito della Notte Bianca.
“Negli ultimi 10 anni, purtroppo, siamo passati da un’edicola ogni 1.550 abitanti a una ogni 4.000 residenti. Una tendenza che va certamente invertita anche reinventando le edicole attraverso nuove forme di commercializzazione e di prestazione di servizi”, ha affermato Martella, citando l’esempio del progetto avviato sulla base di un protocollo d’intesa con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che consente alle edicole di erogare anche servizi anagrafici, senza recarsi in circoscrizione”. Insomma qualcosa si sta muovendo, anche nella legge di bilancio é stato previsto una sorta di bonus fiscale, finanziato per 17 milioni di euro per il 2020, che può essere utilizzato per compensare non solo le imposte locali pagate ma anche il canone di affitto dei locali.