Nuove risorsi e categorie di soggetti ammessi ai contributi a fondo perduto per le attività che devono chiudere perché si trovano nelle nuove zone rosse o arancioni. Sono le misure fondamentali del Decreto Ristori Ter, che il Governo ha approvato in Consiglio dei Ministri nella tarda serata del 20 novembre, insieme alla Relazione al Parlamento da presentare alle Camere per chiedere un nuovo scostamento di bilancio, che servirà a finanziarlo.
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Il provvedimento stanzia 1,95 miliardi di euro per il 2020, destinati al ristoro delle attività economiche limitate o penalizzate dalle restrizioni , al sostegno dei lavoratori impiegati presso tali attività, ad ulteriori misure connesse all’emergenza. In dettaglio:
- incremento di 1,45 miliardi per compensare le attività nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta;
- inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che nelle zone rosse sono destinatarie del contributo;
- istituzione di un fondo da 400 milioni da erogare ai Comuni per l’adozione di misure di solidarietà alimentare;
- aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione del Fondo per le emergenze nazionali, per acquisto e distribuzione di farmaci per la cura di pazienti COVID-19.
Dunque (a parte il caso dei negozi di calzature che erano stati “dimenticati” ed ora inclusi negli indennizzi in zona rossa) non si tratta di nuovi ristori ma sostanzialmente di un rifinanziamento del meccanismo già previsto, in considerazione del fatto che è cambiata la “mappa del rischio Covid”. In parole semplici, quando è stato approvato il Dpcm del 3 novembre c’erano solo quattro Regioni in zona rossa, oggi se se sono aggiunte altre, ed è incrementato anche il numero delle regioni arancioni: in entrambi i casi, ci sono attività che hanno dovuto adeguarsi, con restrizioni o chiusure, e hanno quindi diritto al contributo a fondo perduto. Non è invece chiaro se e quando verranno previsti nuovi ristori, ad esempio per categorie di attività che possono continuare a lavorare, ma che di fatto risultano penalizzate economicamente dalle misure restrittive e in generale dalla seconda ondata Covid. Non si esclude che in questo senso possano esserci novità nel cosiddetto Ristori Quater, previsto a dicembre.
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Proroga in vista anche per la scadenza del 10 dicembre per coloro che sono in ritardo con le rate della rottamazione e vogliono mettersi in regola. Questa è una scadenza prevista dal decreto Rilancio (dl 34/2020), che consente ai contribuenti che hanno aderito alla rottamazione ter, sono in regola con le rate 2019, ma hanno sospeso invece i pagamenti nel 2020, di sanare la situazione entro il prossimo 10 dicembre. In vista, fra l’altro, ma nel 2021, ci sarebbe poi una rottamazione quater.