In base a indiscrezioni di stampa, il provvedimento di legge che istituirà il nuovo strumento arriverà in Consiglio dei Ministri nella seconda metà di marzo e interesserà prima di tutto i circa 850mila soggetti che rimarranno senza sussidio da agosto (allo scadere dei 7 mesi di durata massima per il 2023).
Vediamo i dettagli che emergono dalla bozza del provvedimento che istituisce lo strumento che, in base alle anticipazioni di stampa consta di 12 articoli e affronta anche la gestione della fase transitoria tra Reddito di Cittadanza e MIA.
Step 1: la formazione
L’obbligo di formazione per i percettori di Reddito di Cittadinanza, in particolare, vede un nuovo meccanismo di presa in carico e avviamento da parte dei CPI (Centri per l’Impiego). Il programma GOL ha finora acquisito 198mila pratiche di altrettanti beneficiari di RdC da accompagnare sul mercato del lavoro tramite percorsi di inserimento e aggiornamento delle competenze. Per altri 47mila è stata avviata un’attività formativa.In base al “nuovo corso”, anche i minorenni dai 16 anni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici saranno tenuti all’obbligo di partecipazione attiva e formazione se non frequentano già un percorso di studi.Esentati dagli obblighi formativi i componenti del nucleo familiare impegnati come caregiver di figli minori di tre anni o disabili gravi.
Step 2: il Patto di attivazione digitale
Dopo la definizione del percorso di riqualificazione o inserimento, lo step successivo per gli aspiranti beneficiari del nuovo sussidio MIA sarà il Patto di attivazione digitale assieme al Patto di servizio.In pratica, i percettori del sussidio MIA dovranno impegnarsi a svolgere gli obblighi formativi previsti per legge ed accettare le proposte di lavoro che riceveranno attraverso i Centri per l’Impiego. Così come previsto dalla Legge di Bilancio 2023, le offerte di lavoro congrue non si potranno rifiutare, a pena di decadenza dal sussidio e dal programma di riqualificazione e di reinserimento lavorativo.Sarà una piattaforma digitale a gestire le offerte di lavoro, ritenute congrue se in linea con la profilazione del soggetto e con sede di lavoro nella provincia di residenza. Ammissibili anche le proposte di contratto a 30 giorni.
Sussidio durante la fase transitoria
La riforma delle politiche attive per il lavoro con l’istituzione dello strumento MIA interverrà anche prima del 2024, nel periodo transitorio che va da agosto a dicembre 2023. Si tratterà tuttavia di un periodo durante in quale si pianificherà la formazione e si avvieranno le nuove procedure tramitre i Centri per l’Impiego ed il potenziamento del sistema GOL.
Importo e durata del sussidio MIA
Dimagrisce ancora l’assegno mensile del sussidio, almeno stando alle anticipazioni: quello che è destinato ad essere l’ex RdC, ossia la nuova Misura di Inclusione Attiva (MIA) avrà un importo differente a seconda che i percettori siano soggetti occupabili o meno. Nel primo caso non potrà superare i 375 euro e nel secondo caso avrà un importo massimo di 500 euro. La quota mancante è quella che attualmente sarebbe destinata a pagare l’affitto (280 euro), su cui ancora non pare esserci una decisione definitiva.
- Per i nuclei con persone occupabili la MIA scadrà dopo 12 mesi rinnovabili per altri 6 mesi (con sospensione di un mese tra le due domande). Si torna dunque ai 18 mesi complessivi ma con una novità: trascorso un anno e mezzo si potrà inoltrare una terza domanda.
- Un trattamento preferenziale è riservato ai nuclei svantaggiati ossia senza soggetti occupabili o con presenza di minori, di disabili oppure di over 60. Per queste famiglie la durata massima del sussidio MIA sarà pari a 24 mesi tra prima domanda e primo rinnovo.
I requisiti per il sussidio MIA
Anche i requisiti ISEE di accesso al nuovo sussidio diventano più stringenti. Il tetto massimo di reddito scenderà dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro ma si estenderà il bacino per quanto riguarda il requisito della residenza in Italia, trattandosi di un punto su cui anche l’Unione Europea ha bacchettato il Governo Meloni aprendo una procedura d’infrazione. Secondo le anticipazioni, si dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, ma le direttive comunitarie parlano di pochi mesi. Per cui su questo punto ci sono ancora margini di rimodulazione della norma, che comunque è ancora in fase di bozza. I veri dettagli si conosceranno soltanto una volta che il decreto sarà approvato in Consiglio dei Ministri.