Dal primo febbraio 2020 la Gran Bretagna non fa più parte dell’UE: la Brexit, dalla mezzanotte del 31 gennaio diventa ufficiale, con tutte le conseguenze che comporta anche dal punto di vista dei rapporti economici.
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Scambi commerciali
In termini pratici, la frontiera vera e propria riprende a esistere dal primo gennaio 2021 ma entro fine anno Londra e Bruxelles dovranno stringere un nuovo accordo che regoli i rapporti commerciali. Non solo: in questo senso è prevista l’accordo prevede una fase transitoria – anche sul fronte delle dogane fino a fine 2020. Dunque, per le imprese italiane i rapporti con la Gran Bretagna per il momento procedono senza cambiamenti normativi perché per tutto il 2020, pur non facendo più parte dell’Unione, Londra continuerà ad applicare le regole europee sul fronte doganale e commerciale.
L’orientamento è quello di arrivare, anche nel dopo Brexit, a un accordo sul libero scambio che di fatto consideri la Gran Bretagna come un’eccezione rispetto agli altri paesi terzi. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato che l’obiettivo è quello di arrivare a un’intesa che confermi l’assenza di tariffe doganali.
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Rapporti di lavoro
Altro tema caldo, quello dei lavoratori europei in Gran Bretagna. C’è la volontà delle parti di arrivare a un accordo che salvaguardi i rapporti privilegiati fra Gran Bretagna ed Europa, anche se il discorso è complesso. Per chi lavora già Oltremanica non dovrebbe cambiare nulla, anche le autorità britanniche dopo una serie di polemiche nelle scorso settimane hanno confermato che non ci saranno “espulsioni”. In ogni caso, stata istituita un’apposita piattaforma, Settlement Scheme, alla quale dovrebbero iscriversi i lavoratori stranieri (italiani e compresi), per mantenere il diritto ad acquisire il permesso di residenza. Più complesso il discorso per chi intende trasferirsi a lavorare in Gran Bretagna. La legge inglese non prevede limiti a chi guadagna almeno 30mila euro, mentre sarà più difficile l’ingresso per la manodopera non specializzata. Anche in questo ambito si attendono accordi precisi fra Londra e Bruxelles.
Viaggi e turismo
Ancora nulla di definito neppure per gli studenti, ad esempio nell’ambito del programma Erasmus. Di certo il programma subirà modifiche e, se mantenuto, necessiterà di ulteriore documentazione di ingresso e non solo. Per quanto riguarda il turismo, per tutto il 2020 continuerà a bastare la carta d’identità per entrare in Gran Bretagna, mentre dal 2021 le regole cambieranno e ci vorrà il passaporto per viaggi brevi e un visto per soggiorni superiori ai 3 o 6 mesi. In merito ai visto turistico, so ipotizzano procedure web semplificate come quella per l’Esta, necessaria per entrare negli Stati Uniti.
Dal 2021, tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, navi ed aerei dovranno effettuare controlli di frontiera e operazioni doganali, con gli eventuali effetti del caso sulla logistica degli spostamenti e sulla durata dei viaggi. Stesso discorso per il treno veloce Tgv collega Parigi e Londra attraversando l’Eurotunnel sotto la Manica.
Shopping
Mentre finora in molti casi era concesso di pagare in Euro (ricordiamo che l’Inghilterra ha sempre mantenuto la Sterlina), dal primo febbraio non possono essere accettati pagamenti se non nella valuta locale.
Calendario
Il 29 gennaio il Parlamento UE ha approvato il via libera definitivo all’accordo di uscita della Gran Bretagna dall’Europa, per cui (ad esempio) termina il mandato dei parlamentari britannici a Strasburgo. Lo scorso 23 gennaio c’era stato il Royal Assent (assenso reale) della Regina Elisabetta all’European Unione Act, che regola i nuovi rapporti fra Ue e Gb. Giovedì 30 gennaio, il Consiglio UE ha ratificato ufficialmente alle autorità britanniche il via libera alla Brexit.