Si avvicina l’appuntamento del 16 giugno con l’acconto 2017 delle imposte sulla casa, IMU e TASI, che riguarda 18 milioni di contribuenti italiani: niente imposte sulla prima casa, a meno che non sia di lusso, mentre per gli altri immobili bisogna fare riferimento alle aliquote del Comune di appartenenza. Ecco una breve guida sull’acconto IMU e TASI 2017.
=> IMU e TASI 2017, come e quando pagare
Sia l’IMU sia la TASI sono imposte comunali. Ogni amministrazione ha deliberato diverse aliquote e regole (che possono prevedere agevolazioni per particolari tipologie di immobili). Quindi, la prima cosa da fare è verificare quali sono le regole da applicare nel proprio Comune per calcolare correttamente la tassa. La regola di base è che comunque per ogni singolo immobile la somma di IMU e TASI non può superare l’11,4 per mille.
La prima rata è pari al 50% della tassa annuale dovuta, che ogni contribuente deve calcolarsi autonomamente. Si parte dalla rendita catastale, che bisogna rivalutare del 5% e poi moltiplicare per il coefficiente relativo alla propria tipologia di immobile (residenziale, negozio, laboratorio, impresa, ufficio). Per le abitazioni il coefficiente è 160, per gli uffici 80, per i negozi 55. A questo punto, si applica l’aliquota IMU o TASI prevista dal proprio comune.
=> IMU e TASI, i coefficienti 2017
Tutti i Comuni sul proprio portale indicano regole per il pagamento IMU e TASI, aliquote, riferimenti delle delibere. Pagano l’IMU e la TASI tutti i proprietari di immobili: abitazioni, uffici, negozi, depositi, capannoni, altri immobili commerciali e industriali, aree fabbricabili, terreni agricoli (solo l’IMU). Pagano anche i titolari di un diritto reale di godimento: usufruttuario, diritto d’abitazione, coniuge superstite, l’utilizzatore di immobili in leasing. Se c’è multiproprietà, paga direttamente l’amministratore.
Nel caso di più comproprietari l’imposta è pagata da ciascuno in proporzione alla propria quota e con versamenti separati.
La TASI viene pagata anche dall’inquilino. Attenzione: l’imposta è abolita sulla prima casa, non sulle altre abitazioni. Il proprietario di un immobile residenziale dato in affitto, pagherà dunque la TASI. L’inquilino invece pagherà la sua quota (decisa sempre dalla delibera comunale, all’interno di una forchetta fra il 10 e il 30% dell’imposta totale) nel caso in cui anche per lui l’immobile non sia l’abitazione principale. Se invece per l’inquilino l’immobile è la prima casa, non pagherà nulla, mentre il proprietario verserà la propria quota (fra il 70 e il 90%).
Esenzioni: terreni agricoli posseduti e gestiti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, terreni montani, immobile merce destinati alla vendita dall’impresa costruttrice. L’esenzione principale riguarda comunque la prima casa, sulla quale quindi non si pagano le imposte, a meno che non sia classificata nelle categorie catastali A1, A8 e A9, nel quale caso paga IMU e TASI come abitazione di lusso.
IMU e TASI si pagano utilizzando il modello F24, oppure l’apposito bollettino postale, direttamente oppure tramite intermediari abilitati.