L’indice di fiducia dei consumatori italiani nel periodo aprile-giugno 2017 si mantiene positivo e su base tendenziale rispetto al 2016 guadagna 2 punti. I dati emergono da un’indagine GfK realizzata su un campione di oltre 30mila individui in 28 Paesi, tra i quali l’Italia. Il quadro che emerge presenta aspetti indicativi di un trend di sviluppo a diverse velocità. Nel largo consumo, si è assistito a un forte cambiamento delle abitudini di acquisto: per far fronte alle difficoltà economiche della crisi, gli Italiani hanno trovato un modo più smart per fare la spesa per essere disponibili, poi, supportati anche dall’aumento della fiducia, a spendere per uno stile di vita più sano. Una parte degli investimenti è riservata all’innovazione tecnologica, smartphone compresi, il che continuerà a spingere modelli di acquisto su canali tradizionali e digitali in modo sempre più integrato.
A livello europeo l’indice di fiducia è pari a 79, in crescita di un punto sul periodo gennaio-marzo 2017. Da leggersi in chiave positiva per i consumi la diminuzione della quota di Italiani che intendono destinare al risparmio i soldi rimanenti dopo le spese necessarie. Sono infatti il 36% degli intervistati rispetto al 38% di un anno fa, trend senz’altro da sottolineare tanto più perché la propensione al risparmio risulta una variabile radicata negli Italiani più di quanto non si verifichi nel resto dei Paesi europei.
Guardando all’andamento dei singoli Paesi, emergono alcune differenze. In Germania, le aspettative economiche dei consumatori hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi tre anni. La Francia ha vissuto un vero e proprio “effetto Macron”: l’elezione del nuovo Presidente ha trainato le aspettative economiche, che a giugno hanno raggiunto il livello più alto (49,1 punti) mai registrato dall’inizio dell’indagine nel 1986. Segnali positivi anche da Spagna e Portogallo, dove i consumatori sembrano aver riguadagnato fiducia nel superamento della crisi economica. Continua, invece, il trend negativo della Gran Bretagna, iniziato un anno fa dopo il referendum sulla Brexit. L’indice che misura le aspettative economiche è diminuito di 14,8 punti rispetto allo stesso periodo del 2016. Negativi anche i gli indici che misurano le aspettative sul reddito e la propensione all’acquisto dei consumatori.
Per quanto concerne le altre destinazioni delle risorse una volta sostenute le spese essenziali, gli italiani fanno le seguenti scelte: il 29% intende acquistare abbigliamento, il 28% dedicare le risorse alle vacanze, il 21% all’intrattenimento fuori casa, il 13% intende pagare eventuali debiti, il 12% li spende per prodotti di elettronica, il 9% vuole impiegarli nella manutenzione della casa, il 9% investe in fondi pensionistici, l’8% acquista azioni e il 5% è ancora indeciso.
In linea con quanto registrato nei primi mesi del 2017, i consumatori italiani continuano a essere pessimisti sulla ripresa: rispetto allo scorso anno, l’indice che misura le aspettative economiche è infatti sceso di 24,2 punti: il valore più basso tra i Paesi europei coinvolti nell’indagine.