Ricaricare l’auto elettrica: i costi rispetto a diesel e benzina

Altroconsumo ha analizzato i costi di ricarica dell’auto elettrica, mettendo a confronto i costi di colonnine “lente”, fast e ricarica a casa

Altroconsumo  ha analizzato i diversi modi per caricare il proprio veicolo: nel garage di casa, grazie a un wallbox, oppure sfruttando le colonnine di ricarica pubbliche, che hanno costi diversi in base al tipo di offerta. Come si può vedere nella grafica, si passa da 36 centesimi per kWh nel caso della ricarica casa (considerando il costo medio dell’energia) fino a 93 centesimi per kWh se si fa il pieno alle colonnine ultrafast, le più veloci e potenti. I prezzi, aggiornati allo scorso febbraio, esprimono la media dei principali fornitori.

 

Due scenari di uso dell’auto elettrica

Al di là dell’offerta dei vari fornitori, è interessante confrontare i costi di percorrenza di diverse tipologie di auto: benzina, diesel, elettrico. Ipotizzando due scenari (uso casa-lavoro o intensivo), che si riferiscono a una famiglia di 4 persone, i prezzi sono medi e si riferiscono alla tariffazione al consumo, non agli abbonamenti. Bollette alle stelle, ma l’auto elettrica continua a convenire se confrontata con il caro carburanti. Si tratta di costi di percorrenza, ovvero sono solo costi di ricarica al chilometro.

L’elettrico conviene a casa

I costi di percorrenza dell’auto elettrica sono molto inferiori rispetto a quelli delle auto a combustione interna in particolare quando le si ricarica in casa, ma anche alle colonnine a bassa potenza. Se si ricarica l’auto alle colonnine rapide o ultra-rapide, le auto a combustione risultano più vantaggiose. Per quanto riguarda i costi a consumo, dal nostro calcolo emerge chiaramente che i costi di percorrenza delle auto elettriche sono molto inferiori rispetto a quelli delle auto a combustione interna (diesel e ben­zina), in particolare quando le si ricarica in casa, ma anche alle colonnine a bassa potenza. Nel caso di un’utilitaria utilizzata prevalentemente in città, il costo annuo del rifornimento è pari alla metà rispetto all’auto a benzina: circa 500 euro contro più di 1.000. Quindi, se caricata a casa, l’auto elettrica permette di dimezzare i costi rispetto al pieno di benzina.

La convenienza c’è anche rispetto a un’auto diesel, che all’anno costa 890 euro contro i circa 500 dell’elettrico. Cambiando scenario, ovvero ipotizzando un utilizzo più intensivo (prima auto, di media grandezza, percorrenza 20mila km l’anno, anche in autostrada), l’auto elettrica resta sempre notevolmente più conveniente. Un risparmio, seppur inferiore, è garantito anche con le colonnine pubbliche lente. Invece se si ricarica l’auto nelle stazioni rapide o ultrarapide questo vantaggio va a perdersi e l’auto diesel o a benzina risulta avere costi di percorrenza più vantaggiosi.

Data la convenienza della ricarica domestica, può essere interessante sfruttare il bonus colonnine, rilanciato dal decreto Milleproroghe, che fino al 2024 riconosce l’80% del prezzo di acquisto di una stazione privata. I contribuenti hanno a disposizione una spesa massima di 1.500 euro, mentre per i condomìni si arriva a 8.000 euro.

L’abbonamento può convenire

Per chi fa un utilizzo regolare dell’auto elettrica, consumando più o meno lo stessa quantità di energia ogni mese, può essere interessante scegliere un pacchetto di ricarica in abbonamento. Se, mese per mese, si utilizza appieno l’energia inclusa nel piano sottoscritto, il costo al kWh è sempre più conveniente. Infatti, il prezzo del pieno a consumo va da 0,58 €/kWh a 0,93 €/kWh a seconda della velocità di ricarica, mentre in ab­bonamento, guardando alle tariffe dei principali operatori di mercato, si paga­no da 0,31 a 0,53 €/kWh in base al piano scelto. Il problema però può sorgere se non si utilizzano ogni mese tutti i kWh inclusi: si rischia di pagare un costo fisso superiore alle proprie necessità.

redazione grey-panthers:
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