“Attualmente la Grecia e Portogallo hanno certificati di debito segnati come “spazzatura”, l’Italia è al limite della classifica: a tre passi dai titoli spazzatura, dopo il recente declassamento di Standard&Poor’s.
Alcuni pensano che sia l’euro il problema, nel senso che se in Italia avessimo ancora la lira, avremmo minori difficoltà.
La domanda è: basta avere la sovranità monetaria per essere un paese benestante? In altri termini, se potessimo “stampare” denaro, avremmo un rating superiore a BBB+?
La risposta è no.
Tanto per cominciare si potrebbe osservare che i dieci Paesi più poveri del mondo hanno tutti sovranità monetaria. La moneta è un mezzo di pagamento, un termometro dell’economia, ma di per sé non influisce sulla ricchezza di un paese. La ricchezza è data dall’innovazione, dall’industrializzazione, dalla produttività, dalle risorse naturali, dalle infrastrutture, dalla capacità di attrarre investimenti.
Per l’Italia l’euro è stata una grande opportunità: poter finalmente avere una moneta forte e universalmente accettata; non dover ciclicamente subire l’onta delle svalutazioni che impoverivano il Paese; poter fruire di tassi di interesse molto bassi. Forse il nostro Paese non ha saputo sfruttare appieno questa possibilità. I bassi tassi di interesse, invece di aiutare a diminuire il debito pubblico, hanno spinto lo stato a indebitarsi maggiormente.
Il debito pubblico italiano nel 2002, anno di introduzione dell’euro, era di 1368 miliardi di euro. A fine 2011 era di 1906 miliardi di euro. Il Paese potrà uscire dalla crisi attuale solo rimboccandosi le maniche.
Tutta la propaganda contro l’Europa e l’euro è inutile e fuorviante: non sono loro il problema.”
di Fabrizio Spada
Rappresentanza a Milano