Piano BCE al via: effetti su trend, mutui, consumi

Stimolo ai prestiti alle imprese, calo dei tassi sui mutui, crescita del PIL (prodotto interno lordo), quindi dell’economia, maggiore propensione alla spesa da parte delle famiglie e delle imprese, quindi effetto positivo su consumi e investimenti: sono alcune stime dell’impatto che il piano BCE di QE, quantitative easing, ovvero il massiccio acquisto di titoli di stato (e anche, in parte, titoli privati) dei paesi dell’Eurozona da parte della banca centrale guidata da Mario Draghi, al ritmo di 60 miliardi al mese, per un anno e mezzo, per un totale di 1080 miliardi di euro entro il settembre 2016. L’operazione della BCE è ufficialmente partita con la prima tranche di acquisti lunedì 9 marzo.

=> Il programma di QE della BCE
La prima reazione è quella dei mercati, con i titoli di stato decennali dei paesi della moneta unica che tendono a rafforzarsi (quindi, i rendimenti scendono). Significa, spiega lo stesso governatore centrale europeo, Mario Draghi, che «il piano di acquisti funziona». In genere, Draghi sottolinea il focus su una politica monetaria, in atto da mesi, diretta a sostenere la ripresa. Soddisfazione anche da parte del ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, secondo il quale il piano BCE «promette di essere estremamente efficace» e, per quangto riguarda in particolare l’Italia, porterà a «una crescita più robusta».

=> Taglio tassi BCE: impatto su conti, mutui, prestiti

La quota italiana del piano BCE è intorno a 120-150 miliardi di euro di acquisti, che significa liquidità aggiuntiva nel sistema. Vediamo i principali effetti stimati. Innanzitutto, l’effetto sul PIL, pari second Prometeia a +0,6% al netto dell’effetto di cambio (che, si può aggiungere, almeno per il momento è positivo, nel senso che il deprezzamento dell’euro aiuta ad esempio le esportazioni). Il PIL 2015 italiano è visto da Prometeia in crescita dello 0,7%. Il centro studi ritiene che il piano BCE sia destinato a far crescere gli impieghi delle banche verso le imprese (+20 miliardi di euro) e verso le famiglie (+13 miliardi). In più, grazie all’indebolimento dell’euro sul dollaro (vista una stabilizzazione a quota 1,05-1,10), è previsto un ulteriore stimolo agli investimenti, determinato da riduzione dei tassi di interesse e maggiior disponibilità di credito.

=> Piano BCE: i vantaggi per famiglie e imprese

Significa che divneteranno più convenienti prestiti e mutui e ci sarà una crescita dei consumi. Quest’ultima, sempre secondo Prometeia, viene aiutata anche da altri fattori che contribuiscono ad migliorare la fiducia delle famiglie: segnali di miglioramento dal mercato del lavoro sul fronte dell’occupazione, anche se la dinamica per il momento resta fragile, misure fiscali a favore dei redditi medio bassi, calo delle quotazioni del petrolio, con conseguente abbassamento dei costi dell’energia con effetto a cascata anche sui prezzi di beni e servizi, l’impatto dell’EXPO, con incremento di presenze straniere a altri effetti moltiplicativi.

Per quanto riguarda più nel dettaglio i tassi su mutui e prestiti, Prometeia stima una crescita di prestiti dello 0,5% e una contemporanea riduzione dei relativi tassi di 35 punti base. Confindustria misura un risparmio totale di 3,2 miliardi relativo alla spesa per gli interessi. A beneficiare di meno di questo trend dovrebbero essere i mutui casa, anche perché sono scesi molto nei mesi scorsi, ma comunque gli spreand dovrebbero scendere ulteriormente nei rpossimi mesi (oggi sono in media all’1,5% per il tasso variabile e all’1,85% per il tasso fisso, nei prossimi mesi si potrebber raggiungere un 1,3% medio). Mutuionline ritiene che si potrebbe comunque arrivare a un risparmio totale da parte delle famiglie di 30-40 miliardi sugli interessi ricontrattando i vecchi mutui.

La maggior disponibilità e le migliori condizioni dei prestiti, unitamente agli stimoli ai consumi, secono Prometeia porteranno a una crescita degli investimenti in beni strumentali e in costruzioni pari al 4,36%.

Infine, uno spunto critico: fra le Agenzie Nazionali inserite nel piano BCE (i cui titoli possono qundi essere acquistati dall’istituto di Francorote), non c’è la CDP, la cassa deposititi e prestiti (nell’elenco ci sono quattro istituzioni tedesche, due francesi e una spagnola). Non sono chiare, al momento, le ragioni dell’esclusione, è comunque possibile che altre Agenzie Nazionali, come la CDP, possano essere ricomprese nel piano BCE in occasione del prossimo consiglio direttivo del 15 aprile.

redazione grey-panthers:
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